Quale sarà il destino della cancelliera dello Scacchiere, ossia la ministra delle Finanze del governo britannico, Rachel Reeves? Se lo chiedono tutti a Londra dopo che ieri Reeves è scoppiata in lacrime quando il primo ministro, il laburista Keir Starmer, non ha dato una risposta chiara agli interrogativi che circolano ormai da parecchio tempo sul futuro dell’ex economista della Banca d’Inghilterra, diventata la prima donna a ricoprire il prestigioso incarico di cancelliera dello Scacchiere. Nonostante Downing Street avesse assicurato a gennaio che Reeves avrebbe mantenuto l’incarico per l’intera legislatura, Starmer, incalzato dalla leader del Partito conservatore Kemi Badenoch durante un question time alla Camera dei Comuni, non ha confermato l’impegno, rendendo ancora più fragile e traballante la poltrona della sua ministra. «Sembra assolutamente infelice. È uno scudo umano per l’incompetenza di Starmer», ha attaccato Badenoch.
Dopo il question time, Downing Street ha provato a disinnescare le polemiche, affermando che Reeves «non andrà da nessuna parte. Ha il pieno appoggio del primo ministro». Un portavoce della cancelliera ha spiegato che Reeves era turbata per una «questione personale». «Si tratta di una questione personale, sulla quale, come prevedibile, non intendiamo entrare nei dettagli», ha commentato il portavoce. La risposta fumosa di Starmer, oltre a generare nuove speculazioni sulla tenuta del governo, ha provocato l’immediata reazione degli asset finanziari britannici: la sterlina ha perso l’1,30% sul dollaro a 1,35 e lo 0,90% sull’euro a 1,15, e il rendimento dei Gilt (i Titoli di Stato britannici) decennali è salito di 16 punti base, a quota 4,60%.
La débâcle di martedì sulla riforma del Welfare ha contribuito al clima nefasto: il disegno di legge è stato adottato in seconda lettura ma svuotato della sua sostanza, in ragione delle molteplici concessioni di Starmer per contenere la fronda interna laburista (il testo originario prevedeva ampi tagli ai sussidi per la disabilità fisica e mentale e per l’Universal Credit legato a motivi di salute, con l’obiettivo di arrivare a un risparmio di cinque miliardi di sterline). Ieri Starmer si è rifiutato inoltre di escludere eventuali aumenti delle tasse nella prossima dichiarazione di bilancio autunnale, sottolineando che «nessun premier o cancelliere scrive i bilanci futuri dal banco dei ministri» e accusando i conservatori di aver lasciato «un buco da 22 miliardi di sterline nell’economia».