Nel 2016, con l’espressione (alla lettera: “telecamera del bacio”) che circola in italiano già da qualche anno, esce Kiss Cam, un romanzo di Kiara London (alter ego di Bethany Novak-Tveten, in forza all’Air Force americana). L’opera narra la storia di tre vecchi amici: Jasper, Juniper e Lenny. I tre hanno un vlog, e i loro follower vedrebbero bene insieme i primi due. Un bacio per gioco finisce così per nutrire le aspettative dei loro seguaci, che chiedono “baci in camera” à gogo.
Il 16 luglio 2025 due amanti, dirigenti della startup tecnologica Astronomer (lui ne era l’amministratore delegato, lei la responsabile delle risorse umane: si sono dimessi entrambi), vengono ripresi da un maxischermo galeotto, al concerto dei Coldplay al Gillette Stadium di Foxborough (Massachussets), mentre si mostrano teneramente abbracciati. Ci si aspettava il fatidico bacio, è arrivato l’imbarazzo fatale.
Qualcosa di simile all’inquadramento di Andy Byron e Kristin Cabot si era già materializzato in una scena di un film di Camillo Mastrocinque: Totò, Peppino e i fuorilegge (1956). La scena vede Totò e Peppino all’interno di un tabarin. Sono in diretta televisiva, e in compagnia delle ballerine che si sono appena esibite dal palco in un numero rétro, in perfetto stile Belle Époque, e li hanno appena raggiunti al loro tavolo, ordinano champagne. In quel momento Teresa, la moglie di Totò, impersonata da Titina De Filippo, è però davanti al piccolo schermo. «Ma tu sei sposato?», chiede una ballerina. «Eh, sì. Purtroppo sì», risponde Totò. «E com’è tua moglie? È più carina di noi?», insiste lei.
«Ragazze, voi conoscete la peste bubbonica? (...) Mia moglie è la peste bubbonica». «Allora è brutta...». «Brutta no. È racchia. (...) E fosse soltanto la racchiedine. È antipatica, è avara, è tirata, è nevrastenica. Si chiude tutto, si conserva i soldi. Non pensa che un giorno o l’altro deve morire anche lei. Ed io non vedo l’ora che crepa, perché, quando crepa, io, come marito consorte, eredito tutto». Il primo brindisi? Lo dedica a lei: «Moglie mia, io non so dove sei, ma ovunque tu sia io faccio un brindisi alla facciaccia tua (...) e alla salute mia».