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Economia e migranti, Merz superato da Afd nei sondaggi

di Carlo Nicolato sabato 6 settembre 2025

2' di lettura

Quella che doveva essere l'ultima e la tornata più trascurabile di un anno elettorale importante, apertosi con le elezioni federali anticipate, si sta trasformando in una prova preoccupante per i partiti della coalizione di governo.

Elezioni locali, quelle della Renania Settentrionale-Vestfalia del 14 settembre, che hanno trovato eco mondiale per la morte durante il periodo della campagna elettorale di ben 7 candidati dell’Afd («una coincidenza impossibile» ha detto la leader Alice Weidel) ma che faranno parlare anche per l’exploit dello stesso partito di estrema destra che è dato dai sondaggi come facile vincitore un po’ ovunque.

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Anche i sondaggi nazionali parlano chiaro, l’Afd in questo momento è saldamente il primo partito e in un ultimo rilevamento condotto in questi giorni nella Sassonia -Anhalt, il land di Magdeburgo dove lo scorso Natale si è verificata l’ennesima strage, viene dato addirittura al 39%, praticamente il doppio di quanto raggiunto nel voto del 2021 e 6 punti in più rispetto al 2023.

I due partiti di coalizione sono ampiamente dietro, la Cdu che ha sempre governato è al 27% e lo Spd al 7%, superato anche dalla Sinistra con il 13%. Durante una recente visita a Münster, il cancelliere Merz ha dichiarato che la politica a livello federale e statale ha «solo un’influenza limitata sui risultati elettorali», ma si tratta palesemente di una bugia dalle gambe cortissime, tanto che secondo un altro sondaggio Insa il 68% dei tedeschi si aspetta che nel 2026, quando si terranno elezioni in 5 Lander, l’Afd elegga almeno un premier regionale, e il 43% che addirittura governi da sola.

Di mezzo non ci sono solo i risultati della disastrosa politica migratoria che ha cambiato i connotati della nazione, ma anche una situazione economica sempre più preoccupante. Secondo i dati usciti ieri i nuovi ordini reali (al netto dei prezzi) nel settore manifatturiero sono diminuiti del 2,9% a luglio 2025 rispetto a giugno 2025, al netto degli effetti stagionali e di calendario.

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Sull’anno il calo è ancora più considerevole, toccando il -3,4%. Il ministro dell’Economia ha detto che «la volatilità nell’andamento degli ordini continua a essere trainata dalle elevate incertezze commerciali e geopolitiche», un commento che vale per tutta l’economia tedesca. Il manifatturiero è solo uno dei settori in crisi con il Pil che dopo un calo dello 0,3% nel secondo trimestre dell’anno, secondo l’Istituto di ricerca economica tedesco tornerà a crescere nel terzo trimestre, ma solo dello 0,1%.

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