Due casi analoghi in meno di ventiquattr’ore riguardano Global Sumud Flotilla, la missione che punta a raggiungere Gaza con un convoglio di imbarcazioni internazionali per rompere il blocco navale israeliano. Dopo quello che la Flotilla sostiene essere stato un drone che ha reso inutilizzabile la Family, nave di punta della delegazione spagnola con a bordo anche Greta Thunberg, Yasemin Acar e Thiago Avila, un secondo episodio nella notte tra il 9 e 10io settembre ha interessato un’altra barca della spedizione.
Questa volta a essere finita nel mirino è stata la Alma, un’imbarcazione di 33 metri battente bandiera britannica con un equipaggio internazionale. Al momento dell’attacco, la nave si trovava all’ancora davanti al porto di Sidi Bou Said, in Tunisia, in attesa delle condizioni favorevoli per unirsi alla delegazione italiana in partenza dalla Sicilia e alle altre provenienti da Spagna e Tunisia.
Secondo la ricostruzione dei naviganti pro-Pal, l’imbarcazione è stata colpita da un ordigno incendiario sganciato da un drone. “Ancora una volta è stato un drone a entrare in azione. Il ponte superiore è stato danneggiato dalle fiamme”, hanno sostenuto gli equipaggi, aggiungendo che “l’incendio è stato domato rapidamente e a bordo stanno tutti bene”.
Su X Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni unite sui territori palestinesi occupati e grande sostenitrice della Flotilla, annuncia: "Secondo attacco alla Flottiglia, ancora nelle acque tunisine, in due giorni! Le prove video suggeriscono che un drone - senza luce, quindi non visibile - abbia sganciato un dispositivo che ha incendiato il ponte della nave Alma. Guarda tu stesso e trai le tue conclusioni". E ancora, in un altro post: "Fonti esperte suggeriscono che si trattava di una granata incendiaria avvolta in materiali plastici imbevuti di carburante, che potrebbe essere stata incendiata prima di atterrare sulla nave".
BREAKING!!‼️
— Francesca Albanese, UN Special Rapporteur oPt (@FranceskAlbs) September 9, 2025
Second attack on the Flotilla, still in Tunisian waters, in two days!
Video evidence suggests that a drone - with no light so it could not be seen - dropped a device that set the deck of the Alma boat on fire.
Look by yourself and draw your conclusions https://t.co/ZQylq6aLYD pic.twitter.com/bJ8QaSzTho
Cosme, una delle attiviste a bordo, racconta: “Ero sul ponte, avevo appena iniziato il mio turno di notte – abbiamo sentito un suono strano che arrivava da Ovest e abbiamo subito capito che si trattava di un drone. Lo abbiamo visto, ma con il buio non abbiamo capito se trasportasse qualcosa. All’improvviso ha sganciato un ordigno e le fiamme si sono sprigionate in un attimo. Le abbiamo spente subito, tutti stanno bene, ma questo è il secondo attacco”. Una dinamica che riprende quasi in fotocopia quanto accaduto poche ore prima alla Family.
Nel porto tunisino, intanto, centinaia di persone tra attivisti, parenti e amici dei partecipanti alla spedizione hanno improvvisato un presidio di solidarietà, cercando di proteggere le imbarcazioni attraccate. Resta però tutta da capire la portata del presunto attacco: si trattava davvero di un drone? Cosa è accaduto? Cosa sta succedendo.
Tant'è, in una nota diffusa dopo l’accaduto, la Global Sumud Flotilla ha mostrato di non avere dubbi e condannato con fermezza gli attacchi: “Questi attacchi arrivano mentre si intensifica l’aggressione israeliana a Gaza e sono orchestrati per distogliere l’attenzione da quello che succede lì e per far naufragare la nostra missione. Ma noi non glielo permetteremo. La nostra missione pacifica e non violenta, che mira a rompere l’assedio illegale a Gaza e mostrare concretamente la nostra solidarietà ai palestinesi, non si ferma”, hanno concluso i militanti pro-Pal.