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Gaza, "la pace di Trump": cosa cambia adesso

di Claudio Brigliadorigiovedì 9 ottobre 2025
Gaza, "la pace di Trump": cosa cambia adesso

( Ansa)

5' di lettura

La Difesa civile di Gaza ha annunciato diversi raid israeliani nella notte, avvenuti dopo l'annuncio dell'accordo tra Israele e Hamas per il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi. Mohammed al-Mughayyir, uno dei responsabili della Difesa civile, ha reso noto che "dopo l'annuncio ci sono state diverse esplosioni, in particolare nel nord di Gaza e intensi raid israeliani su Gaza City". Dovrebbero però essere gli ultimi tragici cascami di una guerra iniziata l'8 ottobre del 2023, all'indomani del sanguinoso blitz dei terroristi palestinesi al Nova Festival e nei kibbutz israeliani sul confine, e andata via via intensificandosi. 

L'accordo raggiunto nella notte tra Israele e Hamas, si riferisce alla prima fase del piano di Donald Trump e prevede un cessate il fuoco e il rilascio dei 48 ostaggi di Gaza, che, secondo Trump, avverrà lunedì. Di questi, le autorità israeliane stimano che circa 20 siano ancora vivi. Israele e Hamas non hanno ancora raggiunto un accordo sulla lista dei 1.950 prigionieri palestinesi che saranno rilasciati in cambio degli ostaggi. Circa 250 prigionieri sono condannati all'ergastolo, mentre gli altri 1.700 sono detenuti nella Striscia di Gaza. Prima del rilascio dei prigionieri, l'esercito israeliano dovrà ritirarsi fino alla "linea gialla" stabilita dagli Stati Uniti, che segna la prima fase del ritiro dall'enclave. Questa linea consentirà alle truppe israeliane di rimanere a Gaza entro un perimetro con una profondità di circa 1,5 chilometri nel punto più stretto e 6,5 chilometri nel punto più largo, garantendo la presenza militare israeliana in quasi metà dell'enclave. Questo ritiro iniziale avverrà in modo che le milizie di Hamas possano localizzare tutti gli ostaggi. 

Nella fase iniziale del piano di pace approvato stanotte da Israele e Hamas, le truppe dello Stato ebraico controlleranno il 53% della Striscia di Gaza, riporta il sito di Ynet. Inoltre, sempre secondo Ynet, l'Idf ritirerà le proprie truppe anche da Gaza City; l'accordo invece non prevede il rilascio dei detenuti palestinesi coinvolti nelle stragi del 7 ottobre né dei prigionieri più importanti di cui Hamas aveva chiesto il rilascio, come Marwan Barghouti

Il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres ha accolto con favore l'accordo annunciato da Donald Trump tra Israele e Hamas sulla prima fase del suo piano di pace per Gaza, invitando tutte le parti interessate a "rispettarne pienamente i termini". "Tutti gli ostaggi devono essere liberati in modo dignitoso. Deve essere raggiunto un accordo di cessate il fuoco permanente. I combattimenti devono cessare una volta per tutte" e "la sofferenza deve finire", ha dichiarato in un comunicato, assicurando che l'Onu è pronta ad "aumentare la fornitura di aiuti umanitari" e a partecipare alla ricostruzione del territorio palestinese devastato. 

"Sono molto orgoglioso di annunciare che Israele e Hamas hanno entrambi sottoscritto la prima fase del nostro Piano di Pace. Ciò significa che TUTTI gli ostaggi saranno rilasciati molto presto e Israele ritirerà le sue truppe secondo una linea concordata, come primo passo verso una Pace Forte, Duratura e Perenne". Inizia così l'annuncio del presidente americano, l'artefice di una delle trattative più difficili della storia contemporanea. "Tutte le parti saranno trattate equamente! Questo è un GRANDE Giorno per il mondo arabo e musulmano, Israele, tutte le nazioni circostanti e gli Stati Uniti d'America, e ringraziamo i mediatori di Qatar, Egitto e Turchia, che hanno collaborato con noi per rendere possibile questo Evento Storico e Senza Precedenti. BENEDETTI I COSTRUTTORI DI PACE!". In contemporanea, anche i mediatori impegnati in Egitto hanno confermato il raggiungimento di un accordo su Gaza relativo al rilascio degli ostaggi e alla consegna degli aiuti umanitari.

Dopo l'annuncio di Trump ha parlato il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, il quale ha promesso che Israele riporterà a casa tutti gli ostaggi detenuti nella Striscia di Gaza, ha dichiarato giovedì il primo ministro israeliano. "Con l'aiuto di Dio, li riporteremo tutti a casa", ha detto Netanyahu in una breve dichiarazione rilasciata dal suo ufficio.

"Nella serata - è invece quanto annunciato dal canale Al-Qahera News, molto vicino ai servizi di sicurezza egiziani - è stato raggiunto un'intesa su tutti i termini e i meccanismi per l'attuazione della prima fase dell'accordo di cessate il fuoco per Gaza". Anche il Qatar, uno dei paese al tavolo dei negoziati assieme a Egitto, Turchia e Stati Uniti, ha a sua volta confermato l'intesa "su tutte le disposizioni e i meccanismi per l'attuazione della prima fase dell'accordo di cessate il fuoco a Gaza, che porterà alla fine della guerra, al rilascio degli ostaggi israeliani e dei prigionieri palestinesi e all'ingresso degli aiuti umanitari. I dettagli saranno annunciati in seguito", ha dichiarato Majed Al-Ansari, portavoce del Ministero degli Affari Esteri del Qatar, su X.

Nelle prossime ore, ha annunciato Netanyahu, il Consiglio dei Ministri dello Stato ebraico si riunirà per ratificare l'accordo. Il premier, su X, ha parlato di "un grande giorno per Israele" ringraziando "gli eroici soldati dell'esercito israeliano e tutte le forze di sicurezza" che, ha detto, hanno reso possibile questo risultato. Netanyahu ha anche ringraziato "il presidente Trump e il suo team per la loro dedizione a questa sacra missione di liberare i nostri prigionieri". "Con l'aiuto di Dio - ha scritto inoltre - insieme continueremo a raggiungere tutti i nostri obiettivi e a estendere la pace con i nostri vicini". 

In una terza dichiarazione, in inglese, Netanyahu ha inoltre scritto: "Con l'approvazione della prima fase del piano, tutti i nostri ostaggi saranno riportati a casa. Questo è un successo diplomatico e una vittoria nazionale e morale per lo Stato di Israele". "Fin dall'inizio, ho detto chiaramente: non ci fermeremo finché tutti i nostri ostaggi non saranno tornati e tutti i nostri obiettivi non saranno raggiunti. Grazie alla nostra ferma determinazione, alla potente azione militare e ai grandi sforzi del nostro grande amico e alleato, il Presidente Trump, abbiamo raggiunto questo punto di svolta cruciale".

Poco dopo l'annuncio dell'accordo, Trump e Netanyahu si sono parlati telefonicamente e il primo ministro ha invitato il presidente a parlare alla Knesset quando arriverà nella regione questo fine settimana. I due leader "hanno avuto una conversazione molto emozionante e calorosa, congratulandosi a vicenda per il risultato storico ottenuto con la firma dell'accordo per il rilascio di tutti gli ostaggi", ha in seguito specificato un portavoce del premier.