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Graziato lo scrittore in cella per aver espresso le sue ideee

Dopo i tanti tentativi falliti di Macron, Berlino chiede (e ottiene) la liberazione dell’autore franco-algerino di 81 anni condannato in patria a cinque anni
di Mauro Zanon giovedì 13 novembre 2025

3' di lettura

È grazie alla Germania se ieri lo scrittore franco-algerino Boualem Sansal, in carcere dal 16 novembre a Algeri per un’intervista sgradita al regime di Abdelmadjid Tebboune, ha ricevuto la grazia, dopo un anno di tentativi diplomatici infruttuosi da parte del capo dello Stato francese Emmanuel Macron. La richiesta formulata all’inizio della settimana dal presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier ha accelerato la decisione del leader algerino sulla sorte dello scrittore, che nei suoi romanzi denuncia il totalitarismo islamista che da anni soffoca l’Algeria.

«Un gesto del genere sarebbe espressione di un atteggiamento umanitario e di una visione politica lungimirante. Rifletterebbe il mio rapporto personale di lunga data con il presidente Tebboune e le buone relazioni tra i nostri due Paesi», aveva dichiarato lunedì il capo dello Stato tedesco in un comunicato, proponendo che Sansal fosse «trasferito in Germania per ricevere le cure mediche», data la sua età avanzata e la sua salute cagionevole. Il romanziere algerino, che ha 81 anni, soffre di un cancro alla prostata e necessita di cure urgenti. Ieri, in una nota, la presidenza algerina ha fatto sapere di aver «accettato la richiesta di grazia arrivata dal presidente tedesco Frank Walter Steinmeier», confermando il ruolo fondamentale di Berlino nella risoluzione del dossier.

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Un aereo militare tedesco, ieri pomeriggio, è andato a prelevare Sansal ad Algeri. «Tengo a ringraziare la Germania, che ha svolto il ruolo di mediatore, e in particolare il presidente tedesco, che ha permesso la liberazione di Boualem Sansal circa un anno dopo la sua incarcerazione in Algeria», ha dichiarato Emmanuel Macron, prima di un discorso sulla strategia aerospaziale della Francia a Tolosa. «È il risultato degli sforzi costanti della Francia e di un approccio improntato al rispetto, alla calma e alla rigorosità. Prendo atto del gesto di umanità del presidente Tebboune e pensiamo anche al nostro connazionale Christophe Gleizes», ha aggiunto l’inquilino dell’Eliseo, riferendosi al giornalista francese imprigionato a Tizi Ouzou, in Algeria, e condannato a sette anni per “apologia di terrorismo”.

La Corte d’appello di Algeri, a luglio, aveva condannato Sansal a cinque anni di carcere e 500mila dinari di multa (circa 3.500 euro) per «attentato all’unità nazionale, oltraggio al corpo costituito, atti lesivi all’economia nazionale e detenzione di video e pubblicazioni che minacciano la sicurezza e la stabilità del Paese». Più volte sembravano aprirsi spiragli per una grazia da parte di Tebboune, ma solo l’intervento tedesco ha permesso di trovare una via d’uscita. Come raccontato dal Figaro in un articolo sui retroscena della trattativa, se Boualem Sansal è libero è anche grazie a «un raro allineamento dei pianeti», anzitutto tra Algeri e Berlino. Abdelmadjid Tebboune si recherà in visita ufficiale in Germania all’inizio del prossimo anno: una visita che non poteva essere offuscata dall’affaire Sansal.

Da mesi, secondo le informazioni del Figaro, erano in corso contatti regolari tra Algeri e Berlino per cercare di risolvere la situazione. A differenza della Francia, la Germania, dove il presidente algerino è stato curato più volte dal 2020, in particolare dopo aver contratto il Covid, è considerata da Algeri un “paese amico”, secondo una fonte sentita dal Figaro, «il miglior partner consensuale per chiudere questo caso».

E contrariamente all’asse Parigi-Algeri, non esistono controversie tra le due capitali, nemmeno sul Sahara occidentale, il tema su cui si era espresso Sansal in un’intervista al media francese Frontières, scatenando la rabbia di Algeri. Lo scrittore franco-algerino disse che la parte occidentale dell’Algeria, storicamente, apparteneva al Marocco: la stessa posizione del governo di Parigi, che nel luglio 2024 ha riconosciuto il piano di autonomia per il Sahara occidentale «sotto la sovranità del Marocco», schierandosi dalla parte di Rabat.

Berlino, invece, ha una posizione equilibrata: sostiene il processo dell’Onu per una «soluzione politica giusta, pragmatica, duratura e accettabile per tutte le parti». Contattata dall’Afp, Sabeha Sansal, una delle figlie dello scrittore, residente in Repubblica Ceca, ha manifestato con queste parole la sua gioia: «Ero un po’ pessimista perché è malato, è anziano e avrebbe potuto morire lì. Ero pessimista, ma ho sempre creduto che sarebbe successo. Ho continuato a sperare che un giorno sarebbe successo. Mi auguro che ci rivedremo presto».

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