Urla, gente che corre, fumo. Sono circa le due del pomeriggio quando il padiglione africano prende fuoco. Subito le persone iniziano a correre in due direzioni opposte: i giornalisti vanno verso l’incendio, gli altri partecipanti invece scappano. Le fiamme divampano nella zona B, proprio di fronte al Padiglione Italia, interrompendo i lavori della Cop 30. A Belém il vertice sul clima va a fuoco. I capannoni che ospitano la conferenza Onu vengono evacuati mentre il fumo invade i corridoi. Il perimetro della zona viene sgomberato, con i pompieri che riescono a domare le fiamme.
Alla fine non ci sono feriti, ma una parte dei padiglioni è andata distrutta. La sala plenaria, invece, dovrebbe essere salva. Il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, poco prima aveva lasciato la conferenza per visitare l’installazione italiana Aquapraca nella baia della città. L’incendio «è già sotto controllo, i vigili del fuoco dello Stato di Parà sono sul posto», annuncia più tardi il ministro del Turismo brasiliano, Celso Sabino, alla tv nazionale. Ancora ignote le cause, anche se più di un testimone racconta di aver sentito una grande esplosione, dinamica che fa pensare a un cortocircuito.
Intanto, mentre il presidente Lula si affanna per arrivare in fretta a un accordo che non sia una foglia di fico, montano le polemiche sui costi della Cop30. Nel complesso il governo ha stanziato un miliardo di Real, poco più di 160 milioni di euro, per organizzare la conferenza dell’Onu sul clima in corso a Belém. Un fiume di denaro che, come al solito in eventi faraonici come questo, è finito andato a gonfiare i portafogli di pochi. Un caso riguarda i maxi-costi per l’affitto dei padiglioni, finiti nel mirino della Corte federale dei Conti. Le prove sui prezzi eccessivi erano state segnalate in un documento firmato dall’area tecnica dei magistrati contabili, rivelato dalla Cnn Brasile a ottobre, che analizzava i due contratti firmati il 2 giugno col Consorzio Pronto Rg per la commercializzazione di spazi nella Zona Blu e nella Zona Verde.
E pochi giorni fa l’Organizzazione degli Stati Iberoamericani, l’organismo incaricato senza gara d’appalto dal governo di organizzare la Cop, ha respinto l’accusa: i prezzi elevati, è la difesa, derivano, tra gli altri fattori, dall’aumento dei costi per l’evento. La Corte dei Conti che i sospetti di costi eccessivi applicati dalle aziende vincitrici a terzi siano «solidamente plausibili», evidenziando differenze fino al mille per cento tra i prezzi applicati e i valori di mercato.
Uno degli esempi citati è quello di una sedia dal valore di 150 real (24 euro), venduta a 1.600 real (260 euro). E ancora: stampanti da 400 real cedute a 3mila real o mini -frigoriferi da 500 real pagati invece 1.400 real. I magistrati contabili hanno inoltre evidenziato che «l’analisi dei prezzi praticati dalla società Pronto Rg, se confermata, rivela un modello sistematico di sovrapprezzo che caratterizza l’abuso di posizione dominante derivante dall’esclusiva concessa dalla procedura di gara».
Non solo. Perché nel mirino è finita pure la spesa per gli alloggi delle delegazioni a bordo delle navi da crociera attraccate al terminal di Outeiro, ristrutturato per l’occasione. Il governo infatti ha speso 71,7 milioni di real, pari a circa 11,7 milioni, per affittare 850 cabine sulle imbarcazioni. Secondo l’accordo firmato con l’Unfccc (la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici), il Brasile ospitante doveva garantire almeno 450 cabine, per un costo di 26,3 milioni di real, indipendentemente da quante ne saranno destinate alle delegazioni dei paesi poveri.
Ma oltre ai posti obbligatori, il governo ha scelto di affittare altre 400 cabine, per un costo di 45,4 milioni di real, destinate alla delegazione brasiliana. Ad aprile, il governo aveva stipulato un contratto con l’Agenzia brasiliana per la promozione del turismo internazionale (Embratur), la quale, con un bando pubblico, ha poi selezionato il tour operator Quali tours per il noleggio delle navi da crociera Msc Seaview e Costa Diadema.
Fin dall’inizio, gli alloggi galleggianti facevano parte della strategia logistica del governo, una pratica comune nei grandi eventi internazionali per aumentare la disponibilità di posti letto ed evitare di sovraccaricare le strutture ricettive locali. Ma Belém ha sofferto di carenza di posti letto ospedalieri per accogliere il pubblico previsto per il vertice sul clima. Per ospitare l’evento e ricevere 60mila persone, la città avrebbe dovuto più che raddoppiare il numero di posti letto.




