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Putin, lo show del dittatore innamorato

Al Cremlino sono ottimisti e la conferenza stampa di fine anno dello zar si trasforma in puro avanspettacolo
di Costanza Cavallisabato 20 dicembre 2025
Putin, lo show del dittatore innamorato

3' di lettura

L’umanizzazione è riuscita: il presidente russo che confessa in diretta tv di essere innamorato è la bestia che si trasforma in uomo, è il cane Pallino su cui Michail Bulgakov s’inventa di far trapiantare dal dottor Bormental i testicoli e l’ipofisi di un uomo morto: il randagio viene ribattezzato Poligraf Poligrafovich Pallinov, cammina su due zampe, perde il pelo e poi la coda, inizia a parlare. «Sì, sono innamorato», ha risposto Vladimir Putin alla domanda di una giornalista nel corso della trasmissione “Bilancio dell’anno”, un format che combina la conferenza stampa dello Zar con una sessione di domande e risposte in diretta, uno spettacolo di oltre quattro ore e mezza per rispondere a una accuratissima selezione delle tre milioni di domande raccolte nel giro di due settimane dall’ufficio stampa guidato dal portavoce Dmitry Peskov.

«Sì, il mio amore è ricambiato», è la seconda risposta data alla giornalista, evidentemente impensierita per la serenità sentimentale che la ginnasta Alina Kabaeva offre al capo del Cremlino. Il quale, con un sorriso, ha poi preferito chiudere la porta di casa: «Va tutto bene, non preoccupatevi».

Alle spalle di Putin, seduto alla scrivania, la versione russa della storia non lascia spazio a interpretazioni: una grande cartina della Federazione comprende all’interno dei suoi confini la Crimea e tutte le quattro regioni che Mosca rivendica senza controllarle completamente (Kherson, Zaporizhia, Donetsk e Luhansk). Lui è la star dello show. Il microfono a un certo punto arriva a Kirill Bozhanov, giornalista di una tv di Ekaterinburg: è elegante come non sanno esserlo i russi e tra le mani tiene un cartello, “Voglio sposarmi”, c’è scritto sopra a una sfilza di cuoricini.

«Sei vestito come se tu fossi già pronto per la cerimonia nuziale», ha scherzato Putin con quel sorriso a labbra serrate e gli angoli della bocca che tendono impercettibilmente all’ingiù, come fanno i serpenti. La proposta di matrimonio di Bozhanov ha ricevuto l’applauso dei presenti e poi, mentre la conferenza stampa proseguiva, il consenso della fidanzata. «Dato che tutto questo è successo qui, Vladimir Vladimirovich, saremmo molto felici di vederla al nostro matrimonio», è l’invito del giovane al presidente benedicente. E in missione per conto di Dio: alla domanda se stesse raccogliendo materiale per le sue future memorie, Putin ha risposto di no, aggiungendo che la sua fede è «in Dio, che è con noi e che non abbandonerà mai la Russia». Al leader russo non si possono infatti imputare le vittime: «Non ci riteniamo responsabili perché non siamo stati noi ad avviare questa guerra. È iniziata con un golpe incostituzionale (il riferimento è alla Maidan, il movimento di protesta contro il governo di Viktor Yanukovich nel 2014, ndr)», ha affermato Putin. Fosse per lui, ha aggiunto, il 2026 sarebbe un annodi pace: «Vorremmo vivere il prossimo anno senza alcun conflitto militare».

Lo Zar, tra una bordata all’Europa («Invece di combatterci a vicenda, unire e completare le nostre capacità ci permetterebbe di prosperare entrambi: il nostro Pil congiunto sarebbe superiore a quello degli Stati Uniti», s’è permesso di teorizzare) e una rassicurazione sull’ottima salute dell’esercito russo («Il ministero della Difesa è sommerso da richieste di arruolamento»), si è scusato di un errore soltanto e ha chiesto perdono: collegata in diretta televisiva da Novosibirsk, una donna di nome Kristina ha raccontato di non aver ancora ricevuto, dopo quasi un anno dalla morte del marito avvenuta nel gennaio 2024, né la pensione di reversibilità e neppure i documenti che certifichino lo status di familiari di un caduto per i suoi due figli. «Voglio porgerle le mie scuse per la scarsa solerzia di quei servizi che dovrebbero risolvere questioni di questo tipo. Per favore, ci perdoni», ha implorato Putin. Il processo di umanizzazione è compiuto: per Bulgakov è la più terribile delle diagnosi. Lo Zar, come Pallino, «non ha più un cuore di cane, bensì uno umano. Ed è il più schifoso di tutti i cuori che esistano in natura».