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Ahmadinejad: "I mandanti dell'11 settembre sono gli USA"

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Show dell'iraniano durante l'Assemblea dell'Onu. Obama: "Frasi odiose, imperdonabili e offensive"

Roberto Amaglio
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È stato un venerdì macchiato dalle dichiarazioni di Mahmoud Ahmadinejad all'Assemblea delle Nazioni Unite. Come in un copione già visto, infatti, il leader iraniano nel suo intervento ha lanciato pesanti accuse agli Stati Uniti, rei di essere stati i mandanti dell'attentato alle Torri Gemelle dell'11 settembre del 2001. "Nell'identificare i responsabili degli attentati ci sono tre ipotesi – ha detto Ahmadinejad –. La prima è che un'organizzazione di terroristi, articolata e potente, sia stata in grado di superare tutte le linee di difesa dell'intelligence e della sicurezza americana, per compiere l'attacco. La seconda ipotesi è che alcuni elementi del governo americano abbiano orchestrato l'attacco per invertire il corso di un'economia in declino, mantenere il giogo sul Medio Oriente e salvare il regime sionista. La maggioranza degli americani e altre nazioni e politici sono persuasi da questa ipotesi. La terza ipotesi ritiene che gli attentati siano stati organizzati da un gruppo di terroristi ma con il sostegno del governo americano, che ha tratto vantaggio dalla situazione. Questa ipotesi ha tuttavia un numero minore di sostenitori". Un affondo che non ha sorpreso, anche se forse qualcuno all'interno della Casa Bianca sperava di evitare, magari facendo leva sull'apertura all'Iran fatta ieri dal presidente Barack Obama. Invece il premier iraniano si è fatto ancora una volta ingolosire dall'importanza della platea e dal risalto internazionale dell'avvenimento. Immediata la risposta del presidente degli USA Barack Obama che, in un'intervista alla Bbc persiana, ha etichettato come "odiose, imperdonabili e offensive" le esternazioni di Ahmadinejad. Inoltre il titolare della Casa Bianca ha aggiunto che gli Usa non abbandoneranno Kabul, anche se dal prossimo anno inizieranno il ritiro delle forze. Oltre ad aver assistito all'ennesimo show, purtroppo il risultato peggiore di questa giornata è che ancora una volta il vero obiettivo dell'Assemblea, ossia l'approfondimento dei Millennium Development Goals, è finito in un cassetto. L'ultima proposta concreta sono quei 40 miliardi di dollari per migliorare la sanità dei Paesi poveri promessi dai Capi di Stato nel corso della terza giornata di lavori. A meno che non succeda qualcosa di imprevedibile nell'ultima giornata di sabato, degli altri 82 miliardi che mancherebbero per attivare un piano concreto su tutti gli otto punti non se ne parlerà proprio.

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