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Gas. così la Germania travolgerà anche l'incolpevole Italia

Alessandro Sallusti
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Qui si scannano su quisquilie, i candidati esclusi a torto o a ragione inscenano psicodrammi manco li avessero torturati, ma il gas se ne frega e continua la sua corsa verso prezzi insostenibili- ieri ha sfiorato i trecento euro al megawattora - per famiglie e imprese. È l'annunciata «bomba economica» che dovrebbe scoppiare a settembre, cioè tra pochi giorni, ma pare che a nessuno importi. Non è bello, ma attenzione: l'Italia e la sua classe politica questa volta non c'entrano e Mario Draghi ha fatto il possibile per evitare il peggio. La sua proposta di mettere un tetto al prezzo del gas - l'unico vaccino possibile all'escalation - è rimasta lettera morta a causa dell'opposizione soprattutto della Germania. Già, la Germania, fino a qualche anno fa locomotiva e oggi palla al piede dell'Europa.

 

 

 

I tedeschi sono totalmente privi di gas, non hanno scorte perché ritenevano che la Russia fosse un benzinaio amico e affidabile e ora, con l'inverno alle porte e i rifornimenti a singhiozzo, non sanno più da che parte girarsi. Putin lo sa, ma anche i mercati e gli speculatori lo sanno, ed ecco che il prezzo lievita giorno dopo giorno perché i tedeschi, terrorizzati di rimanere al freddo e di dover fermare le fabbriche, sono disponibili a spendere qualsiasi cifra pur di evitare il crack. Certo, un economista esperto di questi problemi potrebbe spiegarvi meglio la questione ma la conclusione sarebbe la stessa: non c'è Draghi, Meloni, Salvini o Letta che tengano, la crisi energetica del gigante tedesco, che improvvisamente si scopre con i piedi di argilla, travolgerà anche l'incolpevole Italia, che da buona formichina i suoi compiti questa volta, bene o male, li aveva fatti e qualche cosa aveva messo da parte per eventuali tempi duri.

 

 

 

Ammettiamo per un attimo che esistano soluzioni, e ammettiamo pure che non sia già troppo tardi per applicarle, ma la domanda è: questa Europa, così ligia a bacchettare a destra e a manca i Paesi mediterranei, ha la possibilità e la forza di mettersi contro la Germania e i suoi interessi? Non credo proprio, anzi lo escluderei. E non ci si venga a raccontare la favola del «mal comune mezzo gaudio». No, a noi dei mali tedeschi poco importa, in questo ricambiando il loro atteggiamento nei confronti dei nostri. Ma ciò purtroppo non sposta il problema di un centimetro.

 

 

 

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