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Ue, i burocrati ora vogliono imporci l'utero in affitto

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Alessandro Gonzato
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Tentativo scoperto: gli euroburocrati provano a sdoganare la maternità surrogata aggirando le decisioni politiche del parlamento Ue. La stessa maternità surrogata, ossia l’utero in affitto la cui pratica commerciale è stata definita dall’eurocamera «un fenomeno globale che espone le donne allo sfruttamento e alla tratta di esseri umani» ma che la direzione generale del personale - una sorta di sindacato interno dello staff del parlamento - tenta di accreditare portando la settimana prossima nella seduta plenaria una bozza di revisione dei congedi parentali per chi è diventato genitore tramite la maternità surrogata, dunque equiparata all’adozione. «Questa decisione si applicherà a tutte le coppie dello stesso sesso o eterosessuali che usano la maternità surrogata per ragioni mediche», si legge negli intendimenti del “sindacato”, «e il congedo può essere condiviso tra i partner se entrambi fanno parte dello staff del personale. Si applicherà anche a genitori single». A capo della Direzione Generale del Personale, che ha redatto il documento, c’è Kristian Knudsen, il quale è spalleggiato da Chiara Tamburini, che guida l’unità “Uguaglianza, Inclusione e Diversità” e ha gestito la segreteria del Comitato per Diritti delle donne e l’uguaglianza gender.

 


«Questa decisione», prosegue la bozza sui congedi parentali, «è un passo avanti nella considerazione delle nuove modalità di riproduzione, e aggiorna il parlamento Ue sul tema». Gli euroburocrati tentano il golpe, e l’eurodeputata della Lega, Simona Baldassarre, responsabile del dipartimento Famiglia del partito, promette battaglia: «L’Europa non perde occasione per fare “lobbying” per l’utero in affitto», dice a Libero. «È l’ennesima prova che la burocrazia profonda spinge in questa direzione proseguendo il percorso della normalizzazione della pratica, fregandosene di cosa dicono i singoli Stati». In 7 sui 27 dell’Unione vige il divieto generalizzato della maternità surrogata: oltre all’Italia, Francia, Germania, Portogallo, Bulgaria, Malta e anche la Spagna il cui premier socialista, Sànchez, ha detto un “no” categorico alla pratica «che mina i diritti delle donne mercificandone i corpi». 

 

 

Nella quasi totalità dei 27, poi, la commercializzazione della maternità surrogata è bandita. Al contrario è l’Italia che vorrebbero le Elly Schlein nonostante l’ordinamento italiano vieti qualsiasi ricorso alla maternità surrogata. «Purtroppo è una tendenza che trova conferme», continua la Baldassarre, «come nel caso della bozza di regolamento sulla genitorialità transfrontaliera, ora pendente al Consiglio Ue, che dietro la scusa della libertà di circolazione potrebbe imporre all’Italia di accettare come genitore chi ha comprato un bimbo all’estero, dove esiste questo triste mercato fra le donne più fragili e indigenti, mentre il nostro governo chiede giustamente di riconoscere l’utero in affitto come reato universale. L’Europa», tuona Baldassarre, «va nella direzione opposta. Dobbiamo vigilare per garantire che questa normativa, quando sarà licenziata, escluda le fattispecie considerate reato negli Stati membri, come omogenitorialità e maternità surrogata. C’è la tendenza a trattare la questione come semplice fatto amministrativo, autorizzando ciò che è contro legge in tanti Stati, è gravissimo. Che interessi ci sono in gioco?»

 

 

E scusate, cosa dicono le femministe di sinistra? «Le donne vengono trattate come incubatrici di figli da vendere», attacca ancora l’eurodeputata. «Questi sono i frutti perversi delle teorie gender. Oggi le vere femministe stanno a destra. Come si possono difendere le donne se non si riconosce la loro identità? I risultati sono questi». Ci sono pochi giorni per sventare il golpe. 

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