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Ue, la "vendetta" sulla frutta italiana: cosa rischiamo

Attilio Barbieri
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Il Parlamento europeo non approva la direttiva destinata a limitare l’uso di insetticidi e diserbanti? Allora la Commissione Ue bloccherà il riconoscimento delle tecniche di evoluzione assistita per selezionare colture più resistenti a siccità e malattie. Il numero (due dell’Eurogoverno, l’olandese Frans Timmermans, ha esplicitato il ricatto per la prima volta nella storia dell’Unione europea. «Il Green deal è un pacchetto», aveva detto il vice di Ursula von der Leyen, e «per tutti voi in quest’aula» aveva tuonato rivolgendosi all’assemblea di Strasburgo, «c’è una scelta da fare. Se decidete di mantenere lo status quo, senza le nuove regole sui pesticidi, niente evoluzione assistita».

 

 


Mai era accaduto che un componente dell’esecutivo Ue, per di più vicepresidente della Commissione, fosse così esplicito. Ma Timmermans è tristemente famoso anche per altro. Come non ricordare il suo impegno a favore degli insetti a tavola, della carne artificiale e pure del progetto di riforma delle indicazioni geografiche - parlo di Dop e Igp per mettere i bollini gialli e blu dell’Indicazione geografica protetta che compaiono ad esempio sulla pasta di Gragnano e sulla Bresaola, pure su mobili ed elettrodomestici. Col risultato di svuotare l’intero sistema delle denominazioni.


POTENTATI ECONOMICI
Dire che il politico olandese sia contiguo ai gruppi d’interesse dei potentati economici e delle multinazionali è perfino riduttivo visto quel che sta accadendo nelle istituzioni Ue. Non si era mai visto, però, un ricatto così esplicito. Una vera e propria sfida all’Europarlamento. «Affermare che, in assenza dell’approvazione delle proposte sulla riduzione dei prodotti fitosanitari e sul ripristino della natura, la Commissione non presenterà l’attesa proposta sulle nuove tecniche genomiche di evoluzione assistita, significa mettere a rischio l’innovazione e la resilienza, ma anche la stessa sostenibilità del settore agricolo europeo», afferma il consigliere delegato di Filiera Italia, Luigi Scordamaglia, «un atto di arroganza inaudito, nei confronti dell’unica istituzione europea i cui componenti sono democraticamente eletti. Quando Timmermans ha compreso che i Ventisette non avrebbero accettato il taglio degli agrofarmaci senza uno studio d’impatto sulle filiere produttive europee ha perso il controllo. D’altronde, accettare una netta riduzione degli strumenti di difesa dalle fitopatologie, significa mettere a repentaglio la sicurezza dell’approvvigionamento alimentare in Europa e aumentare le importazioni da Paesi terzi che non rispettano le nostre norme in termini di sostenibilità ambientale e sociale, nonché di sicurezza alimentare e benessere animale. Chiara la difficoltà di Timmermans - conclude Scordamaglia, «nel raggiungere quegli obiettivi solo ideologici del Green Deal, soprattutto in vista delle prossime elezioni, sulle quali finalmente sta prevalendo il buon senso al Consiglio e al Parlamento Ue, che si sono indirizzati verso una sostenibilità vera e una transizione verde fatta con e non contro la filiera agroalimentare europea».

 

 

 


DOPPIA BOCCIATURA
La gravità delle affermazioni dell’olandese è testimoniata anche dall’intervento di Calenda, il più europeista fra i politici italiani: «Trovo scandaloso che il vicepresidente della Commissione europea faccia pressione sui deputati, eletti dai cittadini a differenza dei commissari, sostenendo di non presentare la proposta sulle nuove tecniche genomiche se non venissero votati anche i regolamenti su ripristino della natura e riduzione dei pesticidi. È una mancanza di rispetto nei confronti degli elettori europei, oltre che una scelta folle perché», conclude Calenda, «le nuove tecniche genomiche che non sono Ogm, aumenterebbero la produttività agricola diminuendo l’uso di fertilizzanti e pesticidi. Sono già state regolamentate in Argentina, Australia, Regno Unito e tanti altri Paesi in cui stanno piovendo investimenti. Invece in Europa questa proposta è stata ritardata varie volte, nonostante sia molto attesa dal mondo agricolo. Più aspettiamo e più la ricerca e gli investimenti si sposteranno fuori dalla Ue».

 

 

L’antefatto alla incredibile uscita di Timmermans è la doppia bocciatura del Green deal alla Commissione Agricoltura e alla commissione Pesca del Parlamento Ue, con i voti decisivi del Partito popolare europeo. «Anche il Ppe, dopo quattro anni di colpevole sudditanza all’agenda ideologica ed estremista della sinistra, si accorge che le politiche green di questa Commissione sono sbagliate e inefficaci, quando non dannose», fanno sapere fonti della Lega al Parlamento europeo. 

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