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Ue, rivolta Fdi-Lega contro la riforma dei Trattati: "Il pericolo di un superstato"

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La riforma dei trattati torna a Strasburgo. Si voterà domani, mercoledì 22 novembre, su una proposta che prevede l’apertura di una Convenzione che porti a un processo di riforma dei trattati su cui l’Unione europea si fonda. Un meccanismo rimesso in moto dalla Conferenza sul futuro dell’Europa. Il testo della relazione è firmato da cinque eurodeputati, uno per ogni gruppo politico che sostiene la proposta: in primis c'è Renew, rappresentato dal belga Guy Verhofstadt; poi gli altri partiti favorevoli sono Ppe, Socialisti&Democratici (S&D), i Verdi europei e la Sinistra. Contrari i Conservatori e Riformisti di Ecr e la destra di Identità e Democrazia (Id).

"Siamo davanti al pericolo di un superstato europeo che i cittadini non hanno chiesto e non vogliono - ha commentato il copresidente di Ecr ed eurodeputato di Fratelli d'Italia, Nicola Procaccini, durante una conferenza stampa organizzata a Strasburgo insieme agli alleati polacchi del Pis -. È paradossale che siamo diventati noi di Ecr a voler proteggere i trattati originali dell'Ue e mantenerli come sono".

Su tutte le furie anche Antonio Maria Rinaldi, europarlamentare della Lega: “La proposta di riforma dei trattati è risultato del lavoro di un piccolo gruppo di deputati della maggioranza, riunitosi a porte chiuse per oltre un anno con il nostro gruppo deliberatamente escluso sin dall’inizio: alla faccia della democrazia. Ne è scaturito un modello di Europa con più poteri e competenze all’Ue e con la proposta di superamento dell’unanimità in Consiglio in materie fondamentali come politica estera e fiscale".  E ancora: "Siamo per un’Europa a salvaguardia della vera democrazia e dei legittimi interessi nazionali nonché del recupero di un’effettiva cooperazione contro l’accentramento di poteri elitari che hanno solo accentuato asimmetrie, ingiustizie, divergenze e discordia tra i popoli europei". 

 

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