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Ue, l'ultima battaglia: "Edifici dissonanti", via le costruzioni del Ventennio

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L'Unione europea mette nel mirino gli edifici del Ventennio fascista. Così il 30 novembre e l'1 dicembre si terrà a Cesena il "primo meeting europeo sul patrimonio dissonante". Qui verrà annunciato un nuovo progetto il cui scopo è proprio quello di "ripensare gli edifici costruiti in periodi storici difficili, portatori di valori controversi". Il significato di patrimonio dissonante? "Un oggetto patrimoniale collegato ad eventi storici più o meno conosciuti e riconosciuti, in alcuni casi legati ad un passato comune complesso e controverso, da cui possono scaturire interpretazioni conflittuali – o comunque in contrasto tra loro – da parte di gruppi socio-culturali diversi (es. Architetture dei totalitarismi del ‘900)".

Ecco allora che sotto la lente di ingrandimento ci finisce l’architettura razionalista. Peccato però - ricorda Il Giornale - che gli edifici di epoca fascista sono da decenni sede di numerosi luoghi istituzionali come tribunali, stazioni di polizia, comuni, non certo funzioni "dissonanti" rispetto alla vita democratica italiana. Insomma, un'altra trovata all'insegna della cancel culture per cui l’Unione europea ha stanziato ingenti risorse per l’iniziativa. Il solo comune di Cesena (interessato per la Ex Gil - tribunale e per la ex fabbrica Arrigoni) riceverà un finanziamento di 180.876,86 euro.

 

 

"La sinistra ancora una volta si dimostra completamente disancorata dalla realtà. Mentre i cittadini romagnoli, colpiti duramente dall'alluvione, hanno ben altre emergenze, il Pd si preoccupa della architettura razionalista, accecata dall'ossessione di cancellare il nostro passato e la nostra storia", tuona il deputato di Fratelli d'Italia Alice Buonguerrieri. Per l'onorevole Rosaria Tassinari di Forza Italia: "Definire patrimonio dissonante l'architettura razionalista mi sembra davvero molto riduttivo rispetto ai tanti edifici che ospitano funzioni pubbliche come scuole, municipi, teatri è un atto non condivisibile cercare di cancellare un patrimonio edilizio che ha caratteristiche costruttive di pregio ed è inserito in un contratto generale armonico. Le risorse pubbliche anche europee devono infatti valorizzare i nostri beni culturali in toto per il valore architettonico che esprimono". 

 

 

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