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Salvini sfida Landini in Europa: l'ultima mossa del leghsita

Sandro Iacometti
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Il duello prosegue. Ma si sposta in Europa. Il caso ha voluto (o forse no), che proprio alla vigilia dell’inaugurazione della sede di rappresentanza della Cgil a Bruxelles, annunciata ieri con soddisfazione dal sindacato di Corso Italia, che vedrà la partecipazione nientemeno che del segretario Maurizio Landini, reduce da una sfiancante maratona di pseudo scioperi generali spacchettati in giro per l’Italia per tenere più a lungo alta la tensione, il leader della Lega, Matteo Salvini sia andato a Bruxelles a mettere di nuovo in discussione il diritto di sciopero nei trasporti se questo entra in conflitto con il diritto, sancito dai trattati comunitari, di spostarsi liberamente nel Vecchio continente. «Il diritto al sorvolo di un Paese europeo non può essere cancellato in caso di scioperi dei controllori di volo», ha detto il vicepremier e durante il Consiglio Trasporti che si è tenuto a Bruxelles, facendo riferimento a quanto accade in alcuni Paesi Ue. Salvini ha voluto «sottolineare ai colleghi europei la necessità di trovare un equilibrio tra diritto a incrociare le braccia e diritto alla circolazione/mobilità, portando a livello europeo un tema che sta animando anche il dibattito italiano». Insomma, lo scontro sulla precettazione si prepara a varcare i confini nazionali per sbarcare direttamente sul tavolo della Commissione europea.

Per carità, non che cambiando terreno di gioco la sfida diventi più semplice. Anzi. In seguito al Trattato di Lisbona il diritto di sciopero è entrato a far parte dei diritti fondamentali riconosciuti dall’Unione europea. Anche se la questione non è così semplice come sembra. I confini della nozione di sciopero adottata dalla CDFUE (Carta dei diritti fondamentali della Ue) restano però incerti e con essi i limiti concettuali che condizionano l’esercizio del diritto all’azione collettiva. Modellato su un sistema fortemente istituzionalizzato com’è quello tedesco, infatti l’art. 28 della Carta legittima limiti più incisivi all’esercizio del diritto di sciopero rispetto a quelli ammessi nell’ordinamento italiano, per lo meno nell’ambito del settore privato. Ma al di là dei tecnicismi, il guanto di sfida è lanciato. E c’è da scommettere che Landini non si fare sfuggire l’occasione oggi di puntare il dito da Bruxelles contro l’Italia, dove c’è un governo che pensa di poter calpestare i diritti.

 

 

Di sciopero, del resto, il segretario della Cgil, è tornato a parlare anche ieri, a margine di un convegno a Parma, sostenendo che le proteste dei lavoratori sono tornate centrali nel dibattito politico. C’è solo da capire se per Landini sarà più importante oggi occuparsi a distanza di Salvini o dedicare le sue attenzioni a persone che potrebbero determinare il suo futuro. Se è vero che una consistente fetta degli elettori del Pd, come è emerso da un recente sondaggio, preferirebbe l’ex capo della Fiom al posto della Schlein, proprio a Bruxelles c’è uno dei possibili successori alla guida del partito dopo una eventuale defenestrazione di Elly. È con lui, col commissario Paolo Gentiloni, che il segretario della Cgil si incontrerà alle 12.30, dando vita di fatto ad un antipasto delle possibili future primarie del Nazareno.

 

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