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Pd, De Micheli e l'altolà a Schlein: "Non candidarti"

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Altolà delle donne del Pd a un'eventuale candidatura alle Europee di Elly Schlein. L'avvertimento arriva da Paola De Micheli. Sfidante dell'attuale leader alle Primarie, la dem si dice contraria alla discesa in campo della segretaria. E lo fa togliendosi qualche sassolino dalla scarpa: "Penso che la candidatura di Elly Schlein alle prossime elezioni europee, senza mantenere il proprio seggio a Bruxelles, sarebbe un errore. Su questo punto dobbiamo essere netti: il Partito Democratico non promuove candidature fittizie in un luogo istituzionale come il Parlamento Europeo, chiamato a essere sempre più importante".

Insomma, il succo della sua lettera inviata a L'Unità è chiaro: "Non deve candidarsi. Il partito deve essere plurale. È il partito che si deve affermare, non Schlein". E ancora: "Il Pd non è una forza leaderista ma un partito plurale, che si fida della sua segretaria senza che questo implichi un nostro assoggettamento alla personalizzazione generalizzata così in voga nella politica italiana".

 

 

Ma non è tutto, perché in questi giorni tra le dem è stata sollevata un'altra questione, una sorta - la definisce De Micheli - di "conseguenza negativa". A pagarne le spese "le candidature femminili". Da qui l'affondo: "Se puntiamo a essere, come spesso ci proclamiamo, un partito femminista, allora le donne vanno adeguatamente valorizzate anche nelle liste (i dati mostrano che la percentuale di elettori che accede alle tre preferenze è bassissima)". "Il femminismo - conclude - si pratica, non si predica e basta. Aggiungo che voglio bene alla mia segretaria e la sua candidatura significherebbe una campagna elettorale quasi solitaria, quando invece tutti - ma proprio tutti - noi dovremo fare il massimo per uscire vincitori da questa sfida". 

 

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