Milano, 12 feb. (Adnkronos) - Il piano strategico di Unicredit è "molto bello. Se si può fare. Raggiungere questi target richiede che molte cose vadano bene". In primo luogo, "l'Italia deve centrare la svolta economica che la banca si aspetta: il +0,1% di pil dell'ultimo trimestre deve essere l'inizio di qualcosa di più grande". Il Financial Times, nella sua 'The Lex Column', prende le misure e suggerisce cautela per il piano strategico presentato ieri dalla maggiore banca italiana che ha chiuso l'esercizio con una perdita di 14 mld nel 2013 "proprio mentre l'Italia ha annunciato la fine di quasi tre anni di recessione". Più ottimista il Wall Street Journal, secondo cui "fare pulizia dopo una notte brava può essere doloroso, ma Unicredit sta offrendo agli investitori un invito al party che deve ancora arrivare". Il quotidiano finanziario addebita il risultato principalmente ai 7,2 mld di accantonamenti aggiuntivi a fronte di perdite su crediti, che servivano all'istituto per affrontare l'asset quality review. I bad loan, tuttavia, "non hanno intaccato più di tanto il capitale della banca", che stima "di raggiungere un core tier 1 del 10% entro il 2016". Il Financial Times pone l'accento sulle perdite, affermando che Unicredit "ci invita a guardare questa sgradevolezza come al passato per considerare i tempi felici che arriveranno con il suo piano strategico 2013-2018", dove l'istituto prevede un utile netto di 2 mld nel 2014 che diventerà di 6,6 mld nel 2018, con un ritorno sui mezzi propri tangibili (Rote) del 13% e "ricavi della gestione che cresceranno del 5% all'anno da qui al 2018". (segue)