Troppe tutele e pregiudizi: così hanno ucciso il lavoro

di Maurizio Belpietrodomenica 24 agosto 2014
Troppe tutele e pregiudizi: così hanno ucciso il lavoro
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Qualche sera fa ero a cena in un ristorante nel centro di Milano e ho raccolto lo sfogo del proprietario. A differenza di quanto ci si possa immaginare, l’oste non ce l’aveva con il Fisco né con i controlli cui periodicamente sono sottoposti i locali in cui si somministrano bevande e pietanze. Al ristoratore semplicemente giravano i cosiddetti perché da settimane non riesce a trovare il personale in sala e dunque è costretto a fare i salti mortali per soddisfare i clienti. Possibile, gli ho chiesto incredulo: con la disoccupazione alle stelle, come fa a non avere fuori dal locale la fila di candidati a servire ai tavoli? Possibilissimo, mi ha replicato quello: dato che tra cassa integrazione e sussidio di disoccupazione incassa un bel gruzzolo, il disoccupato o il candidato a divenire tale preferisce tenersi l’assegno, integrandolo con lavoretti in nero piuttosto che faticare tra cucina e sala da pranzo. Clicca qui, acquista una copia digitale di Libero e leggi l'editoriale integrale di Maurizio Belpietro