Repubblica-Fatto Quotidiano in guerra per Napolitano: "Per voi il reato di vilipendio", "Siete corazzieri e lacchè"

Il giornale di Ezio Mauro attacca per primo: "Siete da codice penale". Travaglio&co a palle incatenate: "Parlano gli amici del Colle"
di Roberto Procaccinidomenica 12 gennaio 2014
Repubblica-Fatto Quotidiano in guerra per Napolitano: "Per voi il reato di vilipendio", "Siete corazzieri e lacchè"
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"Volgari vilipendiatori del Quirinale", "No, Voi corazzieri e servitori". Scontro a fuoco (solo verbale) tra Repubblica e Fatto Quotidiano sull'onorabilità di Giorgio Napolitano. Il quotidiano diretto da Ezio Mauro attacca per primo con un editoriale a firma Mario Pirani il 6 gennaio. Negli attacchi che gli rivolgono i travaglini "ci sono gli estremi per ricorrere al reato di vilipendio del presidente della Repubblica - argomenta Pirani -, ma Giorgio è superiore e lascia correre". La testata diretta da Antonio Padellaro risponde a palle incatenate, portando la querelle nel primo sfoglio e con un commento al curaro di Marco Travaglio: "Ve la prendete con noi perché siamo gli unici a contestare il Colle - la controffensiva -. E da che pulpito: un comunista che non ci capisce niente". Il primo fendente - "Disgustose manifestazioni di spirito anti repubblicano e di disprezzo istituzionale" e "ondate di vilipendio nei confronti del Presidente della Repubblica a commento conclusivo dell'ultimo suo discorso del 31 dicembre": è così che Pirani definisce il modo in cui il Fatto (ma non solo) tratta Napolitano, prendendo ad esempio il consueto saluto di fine anno al Paese, ma estendendo il discorso all'intero rapporto tra la testata e l'inquilino del colle". "Un miscuglio destra-sinistra che innalza per portabandiera, il Fatto Quotidiano - scrive Pirani -, ispirato da giornalisti che vantano curricula prestigiosi che sembrano smarriti, alla ricerca oggi di un estremismo di riferimento che in gioventù li repelleva". Condotte, argomenta la storica firma di sinistra, che con una lettura puntuale della legge sul vilipendio vedrebbe sussistere gli estremi per un'azione giudiziaria contro Padellaro&co. La risposta - Paradossale che a disturbare tanto quelli del Fatto sia il richiamo all'applicazione rigorosa del codice penale. Quelli di Repubblica diventano "I corazzieri di Re Giorgio", cioè le sue guardie del corpo. I rapporti tra il titolare del Quirinale e il quotidiano più amato nei palazzi di Giustizia è pessimo "praticamente da dieci giorni dopo la nascita del giornale", rivendicano. A calare il colpo di grazia contro Pirani è Travaglio: Parla un amico di Napolitano, in sintesi. "Che faceva in gioventù Mario Pirani? Nel 1945, prima di diventare dirigente dell’Eni, era un funzionario togliattiano del Pci - ripercorre Marco Manetta - e fu inviato alla federazione di Napoli, dove andò ad abitare a casa di Giorgio Napolitano. Membro della Commissione stampa e propaganda del partito, veniva ogni tanto inviato in missione nei paradisi staliniani dell’Est. Poi nel 2010 Pirani scrisse un’autobiografia - il colpo di teatro nell'argomentazione -, Poteva andare peggio, pubblicata ovviamente dalla berlusconiana Mondadori, in cui molto si scusò per non averci capito niente: Non capivamo che stavamo diventando succubi di un nuovo credo globale, di una fede per noi inedita che, ingabbiandoci in uno schema di pensiero geometricamente razionale, ci toglieva la percezione di una realtà assai più duttile, imprevedibile, contraddittoria".