Bari, 30 mag. - (Adnkronos) - "I fatti in esame sono paradigmatici da un canto della grave situazione economica che riguarda le imprese edili da diversi anni in qua, e dall'altra di come il tessuto criminale tragga sostentamento anche in momenti critici a scapito delle imprese con problemi di liquidita', apparentemente dando loro 'ossigeno', ma in realta' strangolandole con tassi di interesse che poi le costringono a chiudere". E' un breve passaggio dell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Roberto Oliveri Del Castillo con la quale 13 persone, presunte affiliate ai clan Parisi e Palermiti di Bari, sono state arrestate stamane con l'accusa di usura ed estorsione con l'aggravante di aver favorito il clan mafioso Parisi-Palermiti. In carcere sono finiti, al termine del blitz dei carabinieri, esponenti di alto livello della criminalita' barese: Eugenio e Giovanni Palermiti, di 59 e 37 anni, Vito Parisi detto Bocciul (parente del boss Savino Parisi), di 50, Antonio Cardinale, di 46, Domenico Navarra, di 64, Nicola Trillo di 62, Cosimo Damiano e Luciano Ignomeriello, di 37 e 32 anni, Francesco Gasparro, di 33, e Vincenzo Barbetta, di 45. Sono ai domiciliari Paolo Bruni, 25enne, Vito e Vincenzo Ronghi, di 68 e 39 anni. Una quattrodicesima persona e' irreperibile. Secondo la pm della Dda d Bari, Patrizia Rautiis, sarebbero almeno quattro i diversi episodi di usura nei confronti di due imprenditori di Triggiano che avrebbero pagato tassi d'interesse che vanno dal 35 al 133 per cento. E' stata proprio la denuncia dei due imprenditori a far scattare l'indagine: gli usurai avrebbero preteso il pagamento di 320mila euro di interessi a fronte di un prestito di 400mila euro. L'indagine riguarda fatti che partono nel 2004.




