Carceri: Tamburino (Dap), reclusione sia medicina per casi estremi

domenica 30 settembre 2012
Carceri: Tamburino (Dap), reclusione sia medicina per casi estremi
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Roma, 27 set. - (Adnkronos) - Il carcere solo come medicina per i casi estremi. Ne e' convinto Giovanni Tamburino, capo dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, che all'Adnkronos commenta le parole del Capo dello Stato. "Amnistia e indulto -dice- riguardano il Parlamento e sono scelte politiche. Senza dubbio, pero', quelle del Presidente Napolitano sono affermazioni in cui mi riconosco completamente. Occorre pensare a rendere davvero il carcere extrema ratio"."Il Dipartimento e il ministero della Giustizia -aggiunge il capo del Dap- hanno ottenuto importanti risultati in tema di edilizia carceraria, ma rimane vero che nel carcere vi sono ancora aree in condizioni inaccettabili. La soluzione non puo' essere solo quella edilizia". "Si faccia ricorso al carcere -rimarca Tamburino- quando davvero altre sanzioni non sono efficaci e percorribili". Per il Capo del Dap occorre pero' fare un passo in piu': "Bisogna fare entrare nella coscienza generale che vi sono pene diverse, che possono essere efficaci, tali da dare sicurezza alla societa', meno distruttive del carcere e anche meno costose. Si puo' pensare a un ventaglio di sanzioni che utilizzi il carcere come una medicina per i casi estremi. Tra le diverse misure, forme di interdizioni o limitazioni della liberta' diverse dalla reclusione, come pene pecuniarie, attivita' riparative gratuite e altri interventi"."Un ampliamento di benefici che gia' esistono nell'ordinamento -fa notare ancora il Capo del Dap- potrebbe essere necessario, in una fase temporanea, per far fronte a una condizione carceraria che ha dei profili di contrasto con la legalita', in modo particolare con l'articolo 27 della Costituzione e con la Convezione europea dei diritti dell'uomo. Anche se vi e' chi non e' favorevole a misure di clemenza -conclude Tamburino- bisogna riflettere sulla necessita' di realizzarle, vista la condizione di legalita' compromessa".