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Meglio la galera

Filippo Facci sulla possibile riforma del reato di diffamazione a mezzo stampa
di Eliana Giustodomenica 7 ottobre 2012
Meglio la galera

1' di lettura

di Filippo Facci La nuova legge sulla diffamazione potrebbe rivelarsi una toppa peggiore del buco, anzi, peggiore della galera che vorrebbe scongiurare. Cioè: fa piacere se alla Commissione giustizia ora corrono come lepri e vogliono approvare la nuova norma direttamente in commissione, così che la Camera possa approvarla entro un paio di settimane. Fa molto piacere, vista la scadenza del caso Sallusti. Ma se è vero quel che si legge, e pare sia vero, qui finisce che i giornali li chiudiamo tutti. Nella bozza, infatti, si parla di «almeno» 5mila euro di multa più «almeno» 50mila euro di riparazione, più - non è finita - il mitico e corposo risarcimento da stabilire via via. E questo sempre, a prescindere: anche per le querele più stupide e trascurabili, e senza contare le possibili e conseguenti cause civili. Col risultato che tutti si metterebbero a querelare, confidando nella statistica: il che non solo ingolferebbe i tribunali, ma terrorizzerebbe i giornalisti (che nel dubbio, di volta in volta, non scriverebbero) mentre i cronisti più coraggiosi verrebbero visti come delle mine vaganti da direttori ed editori, che andrebbero giù di censura.  Insomma: una follia che darebbe più lavoro agli avvocati (tu guarda) e intimidirebbe i giornalisti (tu guarda) e tutto per scongiurare una carcerazione che non veniva disposta praticamente mai. Ma se il terrore è un altro modo di toglierti la libertà, allora meglio la galera.