Io mi sono sempre considerato una “buona” persona, ma mi sto accorgendo che sto cambiando. Non sono più così accomodante come un tempo, e questo cambiamento l’ho notato da quando la crisi economica ha raggiunto un po’ tutte le classi sociali. Io sono diventato più cattivo quando per il caro benzina sono stato costretto a dimezzare le visite ai nipoti che abitano a 80 km. Questo per un nonno è molto stressante, mi creda. Giancarlo Ponzi e.mail Ci credo. E credo che lei non sia l’unico che sta cambiando, l’unico ad essere un po’ meno conciliante di prima. Lo dice anche Francesco Guccini, sia pure parlando d’altro: …«l’inflazione però non finisce e ci rende cattivi, / non c’è niente che valga la pena e così siamo vivi». C’è la crisi, lo sappiamo. Ci sono le difficoltà economiche, c’è la necessità di adeguarsi ai nuovi e magri tempi. Consolidate abitudini devono cambiare dalla sera alla mattina. Lei faceva il pieno di benzina e percorreva i suoi 80 chilometri, vedeva i nipoti, ritornava a casa. E’ nonno, ed era felice. Ora il pieno è più costoso, ed è come se i nipoti si fossero allontanati, spinti via dal caro-vita. Altri facevano la settimana bianca, andavano in vacanza in Riviera o in Sicilia. Altri ancora si ritrovano alle prese con un mutuo che non riescono più a pagare. E inevitabilmente si diventa più cupi e meno disponibili. Pensi che ci sono italiani che potrebbero campare tranquillamente senza modificare di una virgola le loro abitudini. Possono concedersi gli stessi pieni di benzina di prima, gli stessi viaggi e gli stessi ristoranti. L’unica novità è che a fine anno si ritroveranno con qualche soldo in meno messo da parte. Eppure oggi anche loro contraggono le spese. Perché nelle crisi ci sono le difficoltà oggettive. C’è la quarta settimana che diventa la terza. E c’è qualche altra cosa, più subdola e oscura: l’ansia, che blocca, impantana, fregando i singoli e l’intera economia. L’unico boom da ansia è quello degli antidepressivi e degli ansiolitici, farmaci una volta destinati prevalentemente a persone anziane e ora, secondo tutte le indagini, utilizzati da moltissimi giovani. Di più: pare che, in tempi di crisi, aumenti anche l’uso delle cosiddette pillole dell’amore, Viagra et similia. Dobbiamo farcene una ragione: la crisi affloscia tutto, caro mio, non solo l’asticella della benzina. E lei non è meno buono di prima. E’ solo più preoccupato. mattias.mainiero@liberoquotidiano.it
