Giuseppe Mastrolorenzo, vulcanologo dell’Osservatorio Vesuviano, segnala da anni il rischio di un'eruzione devastante del Vesuvio e l'inadeguatezza dei piani di emergenza approntati dalla Protezione Civile. Da altrettanto tempo è accusato di allarmismo. Oggi, Guido Bertolaso, sottosegretario alla Protezione Civile, proclama che il Vesuvio «è il più grande problema che abbiamo» e annuncia che la “zona rossa”, l’area da evacuare in caso di eruzione, va estesa anche a parte del Comune di Napoli. Secondo Mastrolorenzo, intervistato dal National Geographic, «è curioso che Bertolaso lanci questo allarme solo oggi. Nessuno strumento, nessun segno precursore può dirci quanto sarà forte un’eruzione. È almeno dal 2006 che la Protezione Civile annuncia un adeguamento dei piani di evacuazione che non viene effettuato. Sarebbe comunque paradossale inserire nella zona rossa solo una parte del comune di Napoli». Del resto, Napoli e la Campania non l’unica zona in Italia a rischio eruzione: i Campi Flegrei, infatti, sono «un’altra area a grave rischio. Un’eruzione colpirebbe tutta la zona a ovest di Napoli. Ma per i Campi Flegrei un piano di emergenza non esiste nemmeno». L'esperto, inoltre, smentisce Bertolaso, che ha affermato che il vulcano più pericoloso sarebbe oggi il Monte Epomeo sull’isola di Ischia, parlando addirittura di "colpo in canna": «Questa affermazione non la capisco, mi sembra quasi un “gioco dei tre vulcani”. L’Epomeo dal punto di vista geologico non è neanche un vulcano vero e proprio, ma un horst vulcano-tettonico, un blocco risorgente all’interno del sistema di faglie attorno alla caldera di Ischia. Da millenni c’è un sollevamento regolare e continuo, che può manifestarsi con terremoti, episodi eruttivi e anche frane, come si è visto di recente. Ma il rischio è quello di sempre, non ci sono segnali di un’attività particolare in corso» conclude Mastrolorenzo. (nella foto - U.S. Army air forces - l'ultima eruzione del Vesuvio nel 1944, durante la II Guerra mondiale)