Pesaro, il boom del "Natale che non ti aspetti" con Damiano Bartoccetti e i suoi volontari
La città di Pesaro è presissima dal prestigioso titolo di Capitale della Cultura 2024. E quale città non lo sarebbe, specie quando amministrata da un sindaco mediatico come Matteo Ricci che, insieme a Stefano Bandecchi, siamo ormai abituati a vedere entrare nelle nostre case dal piccolo schermo.
Eppure (perché c’è un eppure e manco piccolo) i primi passi per consolidare il titolo italiano di “Capitale della Cultura” viene dal mondo dell’associazionismo e delle pro-loco. E, no? Ve lo sareste immaginati? I successi maggiori del Natale pesarese e di altri eventi del
capoluogo marchigiano e della sua provincia sono collegati all’attività di volontari e pro-loco, coordinati dal Presidente delle pro-loco pesaresi Cav. Damiano Bartoccetti con il progetto “Il Natale che non ti aspetti”.
Cavaliere, un Natale alternativo a quello del Comune?
“Direi invece un lavoro, duro, di volontari che, come suggerisce il nome, si sono impegnati gratuitamente in un progetto di promozione del territorio cittadino e della provincia”.
Dunque nessuna concorrenza con gli eventi natalizi…
“Semmai una cosa in più realizzata anche per creare un network fra tutti i comuni e le frazioni del pesarese, cosicché il visitatore sia invogliato a scoprire le perle che offre il nostro territorio”.
Se visito la “Capitale della Cultura” perché mi dovrei spostare nell’entroterra?
“Perché, ad esempio, il piccolo comune di Mombaroccio potrebbe coinvolgerla nel più grande mercatino di Natale italiano (24° edizione, nda) o Paravento di Cagli accoglierla in un presepe vivente con oltre cento figuranti e sesterzi per acquistare prodotti locali. Senza contare il patrimonio storico-culturale dell’entroterra, tutt’uno con ciò che di bello già offre Pesaro”.
L’Associazione “Le Terre del Catria vivono il presepe” promotrice del presepe vivente di Paravento di Cagli – spiega Bartoccetti – è stata scelta, insieme ad altre località italiane, per celebrare l’ottavo centenario del Presepe vivente realizzato da San Francesco a Greccio (RI), nel 1227, nel corso di una udienza del Santo Padre.
Quante sono le località collegate a questo network?
“Tutte? Prenda nota: Candelara, Fano, Fossombrone, Frontone, Mombaroccio, Mondolfo, Pergola, Urbania, Urbino, Barchi, Cagli, Canavaccio, Fermignano, Montecchio, Montefelcino, Montemaggiore al Metauro, Paravento di Cagli, Piobbico, San Costanzo, Sassocorvaro, Serrungarina”.
Accidenti! Ma non si riesce mica a visitarle tutte in un giorno…
“Appunto. Un motivo in più per fermarsi affinché si possa godere, in tutta calma, dei nostri tesori. Come potere apprezzare Urbino in un giorno solo!? E come mancare, specie in questo periodo, alla visita della Casa della Befana di Urbania, dove la Befana vive tutto l’anno?”
Come tutto l’anno?
“Tutto l’anno vuol dire che il 6 gennaio, il 6 marzo e il 2 luglio e in tutti gli altri giorni dell’anno può andare a fare visita all’iconica vecchina con la scopa nella sua dimora di Urbania”.
Per chi, come noi, ha avuto modo di visitare l’hinterland pesarese località di interesse storico- culturale non mancano certo. Come certo, però, è il fatto che i piccoli borghi che nascondono tesori (il ponte Mallio a Cagli ed il ponte di Fermignano entrambi d’epoca romana) restino talvolta “tagliati fuori” o siano completamente valorizzati dalla comunicazione turistica, dai tempi a disposizione dei visitatori, dalle maggiori attenzione e visibilità offerte da centri maggiori. Un peccato cui il Cavalier Bartoccetti ed i “suoi” volontari cercano di porre rimedio con iniziative “che si articolano nel corso dei dodici mesi. E’ ancora presto per parlarne ma… venite per Pasqua ci stiamo già preparando per le imminenti festività”.