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Alejandro Marìn vince il Festival La Nueva Ola

Annamaria Piacentini
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Il film lo avevamo visto il 17 maggio, in occasione della Giornata Internazionale contro l'omofobia. Era interessante, diretto e capace di mettersi nei panni di chi lo viveva. Ciò che vedevamo sullo schermo, anche attraverso i flash back dell’epoca, aveva un'attrazione fatale che non ti permetteva di guardare oltre. Si raccontava una delle più brutte pagine della recente storia spagnola e a farlo, era stato un giovane regista, Alejandro Marín al suo esordio con il film Te estoy amando locamente.  Tra i 12 titoli in concorso al festival spagnolo e latino-americano diretto da Iris Martin Peralta e Federico Sartori, questo lungometraggio aveva suscitato nel pubblico una serie di emozioni contrastanti: perché è accaduto? C'era bisogno di tanto clamore per arrivare ad ottenere una legge giusta? Ieri sera sold out al cinema Barberini della Capitale dove a vincere il Premio del Pubblico è stato il giovane Alejandro Marín. Eravamo certi che sarebbe accaduto. Ispirato a fatti realmente accaduti, il film è ambientato a Siviglia nel '77, e racconta la nascita del movimento di liberazione omosessuale andaluso, paradossalmente nato (pare), all'interno di una chiesa cattolica. È una delle più brutte pagine della storia spagnola, la transizione dal regime franchista, alla democrazia. La legge di pericolosità sociale puntava agli omosessuali, poi abrogata nel '95 dal governo. Ne parliamo con il regista e la giovane sceneggiatrice Carmen Garrido, una coppia da set, pronta a ricominciare per mettere in scena altre verità nascoste. Chiuso il sipario capitolino, La Nueva Ola, prodotta da Exit Media,  proseguirà il camino in molte città italiane: a Torino, Padova, Bergamo e Bolzano, dove chiuderà il 27 novembre.  Intanto, botta e risposta con il regista e la sceneggiatrice.

D. Marin , ha vinto con una storia ispirata a fatti realmente accaduti. Perchè un giovane regista guarda al passato?

R regista: “Credo molto nel cinema e penso che possa realmente cambiare le cose che non vanno bene. È importante che sia stata una donna a scriverlo”.

R. Sceneggiatrice:” Scrivere la storia è stato un atto dovuto, una liberazione consapevole della donna che ancora non si realizzata del tutto. Le donne vengono sempre giudicate, ed in Spagna  si  è formato  un grande movimento femminista”.

D.Parliamo del film: Alejandro, ha raccontato gli anni 70', sul grande schermo unendo anche i flasch back originali: perchè era così necessario puntare a questo tema?

R. regista: Questo accanimento storico bisognava  metterlo in scena. La parte più complicata era quella di scegliere il punto di vista giusto. Noi lo abbiamo fatto”.

R. sceneggiatrice: “Il cinema crea coscienza nelle persone che lo guardano. I fatti che raccontiamo sono autentici. Se attraverso il cinema possiamo essere utili in favore di un progetto, noi ne difendiamo la messa in opera “.

D. Raccontare verità e ferite, quanto fa male?

R. regista: “ Non è semplice. Però andava sottolineato nel modo migliore perchè la gente empatizzasse con questa storia, dove c'è un lotta  per i propri diritti. Il film ha vinto molti premi, tra cui  una nomination per il Premio Goya , ritirato  per  la Miglior canzone originale  di Rigoberta  Bandin . “:

D sceneggiatrice: prima di chiudere come considera questo film, devo dire anche coraggioso?

R sceneggiatrice: “Una storia di orgoglio ispirata a fatti realmente accaduti. Sono state pagine tragiche, ma ora è diventato tutto più sereno... e non necessariamente altalenante””

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