La lunga traversata via mare fino alle coste della Sicilia, oppure l’arrivo attraverso i Balcani, in un viaggio complesso dall’Asia e dall’Africa. Poi, la scomparsa. Il programma Psiche Criminale – Scomparsi, in onda sul canale 122 Fatti di Nera, ha raccontato le storie di migliaia di migranti che raggiungono l’Italia per poi svanire nel nulla, o di chi non arriva mai lasciando dietro di sé un vuoto per le famiglie, costrette per anni a cercare almeno un corpo su cui piangere, nei luoghi di partenza dove spesso si fugge da povertà, carestia e guerre. Tra il 2015 e il 2018, secondo la Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema di accoglienza, si sono perse le tracce di oltre 5.000 persone che non si sono mai presentate alle commissioni per l’asilo. Più di 33.000 sono state fermate senza documenti e circa 50.000 richiedenti asilo avrebbero dovuto lasciare l’Italia ma non l’hanno mai fatto. In totale, circa 90.000 residenti sono letteralmente scomparsi in tre anni, diventati fantasmi non per scelta, ma perché restare avrebbe significato finire in un centro. Tra il 2021 e il 2023, oltre 51.000 minori stranieri non accompagnati si sono allontanati dai centri d’accoglienza in Europa e l’Italia detiene il numero più alto: quasi 23.000 bambini e ragazzi svaniti nel nulla, una media di 20 al giorno. Molti provengono da Afghanistan, Siria, Egitto, Marocco; alcuni fuggono per cercare lavoro e sostenere la famiglia, altri diventano preda di reti criminali che li aspettano fuori dai centri offrendo occasioni che presto si trasformano in sfruttamento, violenze, invisibilità. Nel frattempo, le politiche europee hanno reso sempre più difficile chiedere asilo e ottenere protezione, con la conseguenza che anche in Italia l’iter è diventato sempre più complicato.
“L’intero sistema è pensato per far perdere le tracce delle persone – ha spiegato Arianna Baldi, giornalista esperta di migrazioni – anziché seguirle e avere piena conoscenza dell’iter dei migranti. C’è quasi una volontà di lasciare queste persone nell’ombra, anche perché diventare regolari è un percorso ad ostacoli: spesso vengono abbandonate nei momenti di massima fragilità. E c’è il problema dei minori non accompagnati: dal 18esimo anno di vita e un giorno, si ritrovano per strada, fuori dai radar in un attimo. Spesso si spostano in altri Paesi o spariscono nel nulla. Non è una priorità del nostro paese sapere che fine fanno queste persone, né c’è la volontà di mettersi sulle loro tracce. Purtroppo, oggi non è più obbligatoria la scuola di italiano per chi arriva. Molti giovani non sono mai andati a scuola e compiuti i diciotto anni si ritrovano senza lingua e senza una destinazione. Mancano i servizi di base e i progetti istituzionali vanno raramente oltre il terzo settore”. “Questi ragazzi, quasi tutti giovanissimi, hanno innanzitutto bisogno di un aiuto psicologico – ha dichiarato Andrea Costa, presidente di Baobab Experience – perché hanno sofferto la fame, la privazione, torture, violenze fisiche e psicologiche. L’Europa dovrebbe capire quanto sia urgente questo supporto. In Italia, la migrazione è trattata come un crimine, vivono col senso di colpa di essere migranti e l’accoglienza è insufficiente: nessuno li aiuta a imparare la lingua, i minori vengono messi in strada appena maggiorenni e quasi sempre finiscono per diventare manovalanza della criminalità”. Ogni anno, inoltre, migliaia di famiglie si ritrovano separate. La Croce Rossa cerca di facilitare le riunificazioni.
Minori come la piccola Kim, 3 anni, giunta sola a Lampedusa e ricongiuntasi alla madre grazie all’intervento della Croce Rossa Italiana. Nel 2023, sono più di 1.300 le persone assistite, con 400 richieste di rintraccio arrivate e oltre 180 familiari localizzati, riuscendo a riunire più di 60 famiglie. “Il contatto con le famiglie è essenziale – spiega Rossella Di Liberto, responsabile Restoring Family Links della Croce Rossa Italiana –; ci muoviamo a supporto dei familiari che hanno perso notizie tra naufragi, guerre e migrazioni, attivando una macchina globale per raccogliere informazioni, spesso complicata dai territori difficili. Le ricerche durano mesi, a volte anni, soprattutto nei casi di presunta morte”. Esistono poi storie come quella di Daouda Diane, operaio non contrattualizzato e mediatore culturale, scomparso il 2 luglio 2022 dopo aver pubblicato un video-denuncia sulle condizioni di lavoro in una betoniera. “In alcuni settori, tutti i lavoratori sono vittime di un clima culturale che rischia di far scomparire storie come quella di Daouda”, sottolinea Matteo Bellegoni, responsabile Dipartimento Legalità e Immigrazione Flai-Cgil. “L’economia sommersa dell’agroalimentare genera quasi 30 miliardi di euro in Italia: il 34% dei lavoratori è irregolare, 200.000 sfruttati, fra cui 50.000 donne, spesso vittime anche di abusi e violenze”. In questo contesto, scomparire non è solo una eventualità, ma la drammatica conseguenza di un sistema che, per troppi, trasforma la speranza di riscatto in invisibilità.
La puntata dedicata ai migranti scomparsi è disponibile su Cusanomediaplay.it.