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La storia di Nadia Comăneci a teatro

mercoledì 8 ottobre 2025
La storia di Nadia Comăneci a teatro

3' di lettura

Quel 18 Luglio del 1976 chi c’era non dimenticherà più le emozioni vivide che ha provato. Il Canada al centro del mondo e lei, Nadia Comăneci, nell’ombelico del centro del mondo. Donna straordinaria, la prima ginnasta ad aver ottenuto un 10 come punteggio ai Giochi olimpici di Montreal, la più giovane ad aver vinto un'Olimpiade. Un record che rimarrà imbattuto per sempre, dal momento che dal 2012 l'età in cui si diventa senior (e si può quindi partecipare alle Olimpiadi) è stata fissata a 16 anni. In questi giorni, a quasi 50 anni da quell’impresa, a Milano si celebra la leggenda rumena dello sport olimpico con uno spettacolo teatrale il cui titolo è tutto un programma: "Il 10 Perfetto”. 


Un omaggio sentito a Nadia Comăneci, icona di talento e determinazione, a cui questa narrazione è liberamente ispirata. Una pedana illuminata, un respiro trattenuto, il battito del cuore che segna il confine tra il sogno e la realtà. Nadia Comăneci, la ginnasta che ha sfidato la gravità, diventa la voce di un viaggio emozionante che esplora il sottile margine tra destino e volontà, tra perfezione e libertà. La produzione indipendente è di Claudia Bianchi, che impersona sul palco la ginnasta, la drammaturgia di Federico Riccardo, la regia è di Cecilia Vecchio e le musiche di Gipo Gurrado. Uno spettacolo che è parte integrante del 'Fringe Off Festival’, kermesse di teatro internazionale e di arti performative, nata nel 2016 e che porta spettacoli e incontri in ben 20 luoghi della città, con 61 performance dal vivo. In cartellone dal 9 al 12 Ottobre alla Fondazione “La Nuova Musica” in Viale Premuda, pieno centro di Milano.


Talento, sacrificio e ambizione, Nadia Comăneci è un’eroina che ha saputo piegare il tempo stesso, ma anche affrontare il prezzo del suo trionfo. Con una forza che supera i limiti del corpo, Nadia parla direttamente a chi, come lei, lotta per realizzare un sogno. Dalla sua infanzia tra gli alberi dei Carpazi, alla palestra che diventa una seconda casa, mani callose e muscoli tesi, un allenatore severo e un silenzio fatto di lacrime ingoiate. Poi, il momento che ha segnato la storia: Montréal, 1976. Il primo 10 della storia, l’attimo in cui il tempo si ferma e il mondo trattiene il fiato. Un punto di non ritorno. Una sliding door che cambia tutto. Ogni volo ha il suo atterraggio. Dietro l’oro e la gloria si cela la prigione del regime, la paura di sbagliare, la fame nascosta dietro sorrisi forzati. E quando il trionfo diventa una gabbia, arriva la fuga. Un viaggio nell’oscurità, dove ogni passo nella notte segna la distanza da un passato che non le appartiene più. Claudia Bianchi si muove avanti e indietro nel tempo, dando voce non solo alla determinazione di Nadia, ma anche a quella di chi ha vissuto accanto a lei: allenatori, mentori, figure chiave che l’hanno spinta oltre i propri limiti e quella di tutti coloro che hanno vissuto lo stesso tipo di esperienza. Ogni personaggio è in dialogo continuo con sé stesso, con gli altri e con il pubblico, in un gioco di prospettive che ci invita a riflettere su ciò che ci unisce e su ciò che ci divide. L’intento non è quello di presentare una biografia, ma di portare lo spettatore a interrogarsi su aspetti profondi della propria vita: le scelte, i sacrifici, le attese, le rinunce. Perché questa non è solo la storia di Nadia, ma la storia di tutti coloro che si sono trovati davanti a una sliding door, a quell’attimo decisivo che cambia tutto.