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Giustizia, il procuratore Luigi Riello: "Toghe travolte da scandali e vergognosi mercanteggiamenti"

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Luigi Riello, procuratore generale presso la Corte di Appello di Napoli nonché ex componente del Csm, è stato intervistato dal Corriere della Sera riguardo al referendum sulla giustizia al quale stanno lavorando Matteo Salvini e la Lega insieme ai Radicali. È corretto sottoporre la magistratura a una consultazione popolare o, come sostenuto dal capo dell’Anm, è pericoloso? “Se avesse detto, ma non mi pare, che noi non ci facciamo giudicare dal popolo sarebbe ingiusto: emettiamo le sentenze ‘in nome’ del popolo”. 

 

 

“Il che però - ha aggiunto Riello - non coincide con il ‘consenso’ del popolo: l’ho ripetuto fino alla noia ai magistrati malati di protagonismo”. Ed è soprattutto per colpa loro che la giustizia è “ferita profondamente da scandali e vergognosi mercanteggiamenti. C’è una seria questione morale da risolvere con una rivoluzione culturale e riforme strutturali”. Che è poi quanto sostenuto anche da Matteo Salvini, per il quale però il procuratore non sembra nutrire particolare simpatia: “Che tra i promotori (del referendum, ndr) vi siano partiti di governo mi lascia interdetto: chi governa si assuma la propria responsabilità in Parlamento”. 

 

 

Secondo Riello c’è confusione e populismo in politica sul tema della giustizia: “Salvini chiede certezza della pena? Non deve chiederlo ai magistrati ma a se stesso e ai colleghi del Parlamento. Perché la legislazione penitenziaria attuale è per l’incertezza della pena. I benefici penitenziari sono per legge applicati in modo generalizzato. Basta la regolare condotta. Ogni anno si scalano 3 mesi. A metà il detenuto va in semilibertà: chi ha una condanna a 10 anni dopo neanche 4 può essere fuori”. 

 

 

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