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David Rossi, giallo Mps: "I fazzolettini l'elemento chiave". Il nuovo libro di Davide Vecchi

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Quello di David Rossi è un caso che lascia ancora l’amaro in bocca a Davide Vecchi, direttore de Il Tempo che da anni sta cercando di fare luce sul giallo di Siena. Ne parla anche nel suo nuovo libro in uscita domenica 10 aprile al Festival del Giornalismo di Perugia con Antonella Tognazzi e Amalia De Simone. Si tratta, spiega il direttore, di un’archiviazione del caso troppo affrettata per il capo della comunicazione del Montepaschi. Troppi dati incongruenti, troppi dubbi, fatti che non coincidono. Il 6 marzo 2013 viene ritrovato il suo corpo esattamente sotto il suo il suo ufficio al terzo piano, la scena fa pensare a un suicidio. Esattamente 8 anni dopo, nel luglio 2021, il caso viene riaperto e viene istituita una Commissione parlamentare d’inchiesta per far chiarezza sui fatti.

 

 

La verità sul caso David Rossi è il titolo del nuovo libro di Davide Vecchi, già autore nel 2017 di un successo sul medesimo caso, tanto da essere l’unico giornalista chiamato come consulente della commissione. “La carenza di dati disponibili relativamente al sopralluogo nell’ufficio di David Rossi e nella sede del rinvenimento del cadavere, nonché all’autopsia, impongono l’esumazione del cadavere e un sopralluogo”, scrive lo scrittore.

 

 

 

Secondo la deposizione dell’avvocato Goracci, riportata da Il Fatto Quotidiano, “I pm Marini e Natalini non avevano svolto alcun tipo di accertamento e quel poco che erano stati costretti a fare, come l’autopsia, era risultato superficiale e pieno di errori e omissioni". Vecchi, però, riconosce al pm del caso Andrea Boni, di aver tentato di svolgere il suo mestiere, ossia scovare la verità, scontrandosi però con gli errori e le mancanze investigative di chi c’era prima di lui. Elemento eclatante scoperto da Boni è la distruzione dei “fazzolettini”, poiché “i periti ipotizzano a ragione che siano stati usati per tamponare le ferite al volto, non i taglietti al polso vecchi di due giorni”. Lo scrittore vuole analizzarli ma questo sembra impossibile perché pare non esistano più. Sarà un caso?

 

 

Un altro elemento che non torna a Vecchi è il fatto che mancano i tabulati degli ingressi nelle sedi. Ad aggiungere aria di sospetto al caso è poi la caduta del corpo, piegato in due con gli arti rivolti verso l’alto, come se fosse precipitato già privo di sensi. Un velo di mistero attorno a questo caso che lascia ancora molti dubbi irrisolti, l’unica sicurezza pare essere il buco nell’acqua dell’inchiesta iniziale.

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