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Giustizia, dopo il referendum la crisi di governo? Perché giovedì è un giorno cruciale: i timori della Cartabia

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Quello di giovedì in aula al Senato sarà uno dei momenti cruciali per la tenuta del governo Draghi. Il motivo? Dovrebbe essere approvata la riforma del Csm e dell’ordinamento giudiziario, già votata a larghissima maggioranza dalla Camera. Palazzo Madama aveva deciso di temporeggiare due settimane fa per "non turbare troppo i rapporti con la Lega", scrive La Stampa. Adesso, però, i tempi sarebbero maturi. La macchina parte già oggi, con la votazione dei primi emendamenti - circa 300 in totale - in commissione Giustizia.

 

 

 

Nella valutazione degli emendamenti, però, i senatori saranno chiamati a rispettare un patto che prevede la bocciatura senza appello di tutte le proposte di modifica sui cui c'è un parere negativo del governo. A tal proposito la ministra della Giustizia Marta Cartabia ha invitato i senatori ad attenersi a questa disposizione evitando lo scontro in aula. In questo modo si spera che una gran parte degli emendamenti venga messa da parte e non sia ripresentata in aula. Il piano, però, potrebbe andare presto in frantumi. Anche perché i parlamentari di Italia Viva - come spiega La Stampa - si sono detti già pronti alla battaglia.

 

 

 

Il ministero della Giustizia e il governo, però, hanno una certa fretta. Il motivo? La legge in esame regolamenta anche le elezioni del Consiglio superiore della magistratura. Il problema è che l'attuale consiliatura scade quest'estate e se si va fuori tempo massimo le elezioni del Csm potrebbero essere rinviate. Ecco perché non sarebbe escluso nemmeno un voto di fiducia nel caso in cui le cose si mettessero male in Parlamento. In ogni caso questa riforma, al di là del punto elettorale, rappresenta una piccola rivoluzione che mette d'accordo diversi partiti. Per esempio nella parte in cui prevede lo stop alle porte girevoli per i magistrati eletti in Parlamento o con incarichi di governo. Altri punti fondamentali riguardano la separazione delle funzioni e le candidature del magistrato nell'ambito del plenum del Csm. In quest'ultimo caso la riforma prevede candidature a titolo individuale, senza bisogno di firme a sostegno. 

 

 

 

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