Carlo Nordio
Facciamo una premessa: il ministro Carlo Nordio non sarà un fulmine nella comunicazione ma è un galantuomo esperto di giustizia che ha provato sulla sua pelle l’arroganza della cupola rossa che governa la magistratura. Sa bene che le intercettazioni sono uno straordinario strumento di lotta alla criminalità mafiosa ma anche che se non regolate- non vuole dire abolite e neppure limitate là dove servono diventano un pericoloso strumento di potere extragiudiziario. Non è l’ascolto in sé ad essere in discussione bensì i criteri per autorizzarlo e gli abusi nella sua diffusione.
I suoi detrattori sostengono che più si intercetta più si scoprono reati. Ovvio, ma è un principio illiberale tipico dei regimi totalitari che - come accadeva nella Germania dell’Est e ben raccontato nel film Le vite degli altri - spiano e ascoltano i cittadini come metodo di controllo politico e sociale. Io sono certo che se in queste ore intercettassimo i telefonini dei magistrati coinvolti nel rinnovo del Csm, organo di governo della magistratura, ne scopriremo di belle tra accordi indicibili, minacce, ricatti e violazione di principi etici (il caso Palamara insegna, nulla è cambiato). Faccio una domanda: qualcuno ha intercettato il telefonino del pm De Pasquale prima indagato e poi rinviato a giudizio per avere volutamente occultato prove a discolpa dei suoi accusati (i vertici dell’Eni)?
Non risulta, come non risulta che due pezzi da novanta della magistratura quali gli allora procuratore capo di Milano Francesco Greco e procuratore generale Giovanni Salvi siano stati indagati per ostacolo alla giustizia quando, coinvolti nell’inchiesta sulla loggia Ungheria, alla richiesta di consegnare i loro cellulari hanno candidamente risposto all’unisono: «Purtroppo è impossibile, li abbiamo persi». Così come nessuno ha mai chiesto a Piercamillo Davigo né al vice presidente del Csm David Ermini come mai quando si vedevano per parlare dei loro impicci per evitare di essere intercettati lasciavano i telefonini in ufficio e andavano a concionare in giardino. Ecco, io direi: applichiamo ai cittadini le regole che valgono per i magistrati: non si intercetta se non davanti a gravi indizi di gravi reati, nulla si diffonde dei contenuti e addirittura i telefonini si possono perdere senza patire conseguenze. Sarebbe un bel passo avanti.