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Berlusconi assolto? Sallusti: ma il Sistema ha vinto

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Una sera a tavola Silvio Berlusconi chiacchierando con i suoi ospiti, tanto per cambiare di giustizia e proprio dell’inchiesta Ruby Ter, se ne uscì con un “mi chiedo come possa fare una persona che non ha le mie possibilità economiche a provare a difendersi ad armi pari con i pm da accuse del genere”. Uno degli autorevoli commensali da vero esperto di diritto commentò: “A chiunque non servirebbe un euro perché nessuno che non si chiami Silvio Berlusconi potrebbe mai essere accusato con tanta acrimonia dei fatti che le vengono contestati”. 

Già, tra le decine di processi subiti da Silvio Berlusconi da quando è entrato in politica quello denominato Ruby Ter è nello stesso tempo il più stupido e vigliacco, un teorema- la corruzione di testimoni da cui il Cavaliere è stato assolto ieri con formula piena - inventato sei anni fa a tavolino dal soviet del Sistema ben raccontato da Luca Palamara come fallo di reazione della Procura di Milano contro l’assoluzione in appello e definitiva in Cassazione del leader del Centrodestra nel processo Ruby uno. Oltre a Berlusconi una trentina di persone, soprattutto ragazze che negli anni avevano frequentato le cene di Arcore, finirono così nel tritacarne giudiziario e mediatico, pura macelleria giudiziaria indegna di uno stato civile.

 

A distanza di anni possiamo dire chi ha vinto? Certo, hanno vinto loro perché in quel sistema deviato la fine dei processi non è mai interessata a nessuno, quello che conta è l’inizio e ancora prima il clamore mediatico dell’annuncio dell’inchiesta alimentato dai giornali complici a suon di verbali e veline giudiziarie. Certo, è così, quei magistrati hanno vinto anche se oggi hanno perso tutti i processi, le ferite d’immagine provocate all’uomo politico allora più famoso e importante sia in Italia che all’estero per loro valevano e valgono ancora oggi più di qualsiasi verità giudiziaria. 

 

Insomma, la sua condanna Silvio Berlusconi l’ha avuta a prescindere dalle sentenze e l’ha scontata con grande forza e dignità. Non altrettanto si può dire per i protagonisti visibili e occulti di quella sciagurata stagione che alterò il corso della democrazia: nessuno di loro ha pagato o pagherà per gli errori commessi sia in buona che cattiva fede, una forma fobica di giustizialismo politico mascherato da giustizia penale, cioè la negazione della giustizia stessa.

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