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Alfredo Cospito, negati i domiciliari. Lui rilancia: "Liberare altri detenuti"

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Alfredo Cospito al momento rimane in carcere. La Procura generale ha negato i domiciliari all'anarchico in 41 Bis.  La richiesta era stata presentata dal suo legale, Flavio Rossi Albertini che chiedeva che andasse agli arresti domiciliari nell'abitazione dalla sorella a Pescara. Albertini puntava al differimento della pena per motivi di salute, ma la procuratrice generale Francesca Nanni e il sostituto pg Nicola Balice hanno dato parere negativo. Il loro responso non è però vincolante ai fini della decisione. Per questo i giudici del tribunale della Sorveglianza di Milano si sono riservati al termine dell'udienza all'ospedale San Paolo. Il termine è di cinque giorni.

 

 

Risultato? Ora Cospito, in carcere da 10 anni per la gambizzazione dell’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, passa alle minacce. In sciopero della fame dal 20 ottobre scorso per protestare contro il carcere duro, l'anarchico è pronto a concludere la sua rimostranza. A patto che gli venga concesso "di tornare a casa" oppure se il tribunale di Sorveglianza "liberasse altri detenuti dal 41 bis" in particolare "persone anziane e malate che vogliono tornare a riabbracciare la propria moglie dopo 30 anni" di duro regime carcerario.

 

 

Pochi giorni fa il detenuto ha avuto una crisi cardiaca ed è stato visitato presso il reparto carcerario dell'ospedale San Paolo di Milano, che gli avrebbe riscontrato una grave aritmia cardiaca. Non solo, Il detenuto rischia una paralisi permanente come conseguenza della denutrizione e delle ricadute sull'organismo. Per l'avvocato "quando ha avuto questa crisi cardiaca gli è stato somministrato del potassio in vena, con grande preoccupazione da parte dei medici.  Alfredo ha aggiunto di avere visto un foglio col tracciato del cuore da cui si vedeva un grosso sbalzo. Poi la situazione è rientrata e si è stabilizzata".

 

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