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Strage di Erba, il nuovo testimone: "Tre uomini e un furgone"

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"Tre uomini con un furgone". Ecco la pista, fornita da nuovi testimoni, che potrebbe scagionare Olindo Romano e Rosa Bazzi. La testimonianza è stata allegata dai difensori dei due coniugi, condannati per la strage di Erba del 2006, nella loro istanza di revisione del processo.

Secondo il Messaggero, che ha riportato le parole dei testimoni, si farebbe riferimento a una faida per il predominio sulle piazze di spaccio del Comasco tra la banda tunisina di cui faceva parte Azouz Marzouk, insieme ai suoi fratelli e cugini, e una banda di marocchini. La strage in cui hanno perso la vita a colpi di coltello e spranga Raffaella Castagna, compagna di Marzouk, il loro figlioletto Youssef, la nonna Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini, potrebbe essere legata a una vendetta nei confronti proprio del tunisino Marzouk.

 

 

 

Le testimonianze non sono mai sentite in aula. La prima, spiega il quotidiano romano, è di Abdi Kais, tunisino 38enne ex 'socio in affari' di droga nonché ex compagno di cella di Marzouk. Quest'ultimo gli avrebbe raccontato di temere per la sua famiglia: "Azouz mi ha detto, prima che io uscissi di galera, di tenere d'occhio Raffaella e il loro figlio Youssef. Sembrava molto spaventato e scuro in volto". "Abbiamo avuto una faida con i vicini di condominio, marocchini, per questioni di cocaina", conferma il testimone. Il denaro proveniente dallo spaccio di droga era custodito proprio nell'appartamento della strage. 

Gli altri due nuovi testimoni sarebbero persone che si trovavano nei pressi della casa di via Diaz: "Mi sono affacciato alla finestra per sbattere la tovaglia e ho notato due persone di sesso maschile, adulte, verosimilmente extracomunitari, in corrispondenza del cancello di casa mia, che stavano discutendo animatamente tra loro. Uno di loro aveva un cellulare con un display luminoso e grande e gesticolava con una terza persona che non ho visto", le parole di Fabrizio Manzeni, che abita di fronte alla casa della Castagna, sentito dai Carabinieri il giorno dopo ma mai chiamato a deporre durante il processo. 

 

 

 

L'altro testimone spiega di aver visto due stranieri provenire da via Diaz verso Piazza Mercato. Si tratterebbe di Ben Chemcoum, nordafricano di 56 anni che, sentito dai carabinieri il 25 dicembre 2006, raccontava di aver "incrociato un uomo molto robusto, con il cappotto chiuso e le mani in tasca, con un berretto scuro", la sera dell'11 dicembre. Poi aveva visto un furgone bianco parcheggiato, dal quale proveniva una voce che in lingua tunisina diceva aia fisa, che significa 'vieni subito' e "quella persona che aveva incrociato si è affrettata, quasi correndo. Quindi ho visto il furgone allontanarsi velocemente". 

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