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Pm chiacchieroni? Ecco le 13 Procure nel mirino: la mossa di Delmastro

Paolo Ferrari
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Stop ai pm “chiacchieroni”. Il Guardasigilli Carlo Nordio ha deciso di attivare gli ispettori di via Arenula per verificare il rispetto della legge sulla presunzione d’innocenza, la norma che vieta di dare giudizi di colpevolezza nei confronti degli indagati prima che ci sia stata una sentenza di condanna. Lo ha annunciato ieri alla Camera il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro rispondendo ad una interrogazione di Enrico Costa. «Lo Stato deve fornire la garanzia che quando una persona è stata chiamata a rispondere in un procedimento penale ed è stata poi assolta, quella stessa persona deve poter riavere immagine, reputazione, portafoglio e credibilità di quando è entrata nell’ingranaggio giudiziario», aveva affermato Costa, responsabile giustizia di Azione. Il governo, ha replicato Delmastro, è contrario alla «spettacolarizzazione mediatica, che tanto male ha fatto alla stessa percezione che i cittadini hanno della giustizia», sottolineando la «necessità di rivedere completamente la disciplina degli atti istruttori con particolare attenzione alle intercettazioni». Il sottosegretario, su questo aspetto, ha quindi ricordato le innovazioni normative recentemente introdotte tese proprio a rafforzare la privacy degli estranei alle indagini, con l'obbligo da parte del pm di stralciare tutto ciò che li riguarda.

Attualmente gli ispettori di Nordio sono stati inviati in 13 Procure: Avellino, Brescia, Cagliari, Catanzaro, Ferrara, Frosinone, Latina, Livorno, Rimini, Rovigo, Tempio Pausania, Torino e Vercelli. L’intervento di Delmastro in Aula ha anche permesso di fare il punto sulle conferenze stampa organizzate da polizia, carabinieri e guardia di finanza in occasione degli arresti e che talvolta sono molto poco attinenti al concetto di presunzione d’innocenza. «Vorrei capire come sia compatibile con la presunzione di innocenza chiamare “Banda bassotti” una indagine: non penso che un cittadino che vede una persona coinvolta in una inchiesta con un nome simile pensi poi che si possa trattare di un presunto innocente», ha puntualizzato Costa, citando una recente inchiesta.

 

 

 

«Non credo rientri nel diritto di cronaca», ha subito replicato Delmastro. La legge attualmente in vigore prevede che i rapporti con i media siano tenuti dal procuratore, o da una persona di sua fiducia, attraverso comunicati o conferenze stampa. È vietato fornire informazioni “sottobanco” ai giornalisti amici. I procuratori che non rispettano le regole sono sanzionati sotto il profilo disciplinare. Su questo aspetto il governo Meloni ha emanato direttive per attuare un monitoraggio degli atti motivati dei procuratori in ordine alla sussistenza dell'interesse pubblico che giustifichi l'autorizzazione a conferenze stampa e comunicati degli inquirenti.

 

 

 

In difesa dei pm “chiacchieroni” è subito sceso in campo, ovviamente, il Fatto Quotidiano. «L’avvio dei controlli nelle 13 Procure i cui magistrati avrebbero la “colpa” di tenere conferenze stampa è l’ennesimo tentativo di imporre un bavaglio all’informazione», ha strillato il co-portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli. E sempre ieri il Consiglio superiore della magistratura, con un tempismo non comune, ha votato un parere molto critico alla riforma della prescrizione approvata ieri sera a Montecitorio. Nuove regole con tempi certi per evitare i cittadini in balia dei pm. Il via libera alla nuova norma sulla prescrizione è arrivato con 173 sì e 79 no.

 

 

 

 

 

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