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Alice Pasti, l'influencer stroncata dal giudice: "Via la figlia di 4 anni dai social"

Filippo Manfredini
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Bambini sui social, una questione - come si dice di grande attualità. Nel senso che sempre s’accende la discussione sull’opportunità di pubblicare le immagini dei piccoli su piattaforme aperte a tutti. Un tempo, e non è argomentazione superata, si metteva in guardia sul fatto che pedofili malintenzionati potessero impadronirsi dei visi e, inseriti in contesti scandalosi, utilizzarli per soddisfare le loro perversioni (ora poi, con le possibilità offerte dall’intelligenza artificiale, questo timore diventa ancor più concreto).

Ma mamme e papà che si esaltano nel postare continuamente espressioni e gesta dei loro pargoli sono ormai la normalità. E ci sono quelli non così pochi - che proprio brigano per trasformarli in stelle dei social.

 

 

PARTO IN VIDEO - Una premessa, questa, per inquadrare la vicenda di cui è protagonista Alice Pasti, influencer - per quel che ormai significa il termine, vista che l’accezione si è ormai ingrandita a dismisura - con parecchi seguaci, anzi follower, che sfiorano i 200mila. Lei- legittimamente, intendiamoci - ha fatto del continuo apparire sui social un mestiere. E ha trascinato nella faccenda pure la figlioletta. Fin dal principio, si può dire: «Ho ripreso il mio parto e l’ho anche pubblicato online», ha per dire raccontato. E così ha proseguito, evidentemente.

Definendo «naturale» la scelta di esibire la piccola, e questo perché - dice - «le immagini sono condivise in maniera sana, senza secondi fini». Ecco, sui secondi fini qualcuno potrebbe trovar da ridire, visto che la bambina sarebbe stata messa in mezzo anche a contenuti che non fanno mistero di avere un fine pubblicitario, tipo abiti e creme di bellezza. Lei, d’altro canto, sostiene di aver «sempre condiviso i miei video in maniera sana, quelle immagini e filmati sono solo una condivisione di momenti positivi con mia figlia».

E però, mentre i social ahinoi - ormai sono per sempre, gli amori mica tanto. Succede infatti che con il suo compagno, nonché papà della bambina in questione, sia purtroppo finita, e succede (parecchio). Ma l’uomo, che inizialmente aveva tollerato la sovraesposizione della figlioletta soprattutto su Instagram e TikTok, poi ci ha ripensato. Il motivo lo ha spiegato alla Provincia Pavese: «Questa sovraesposizione sta danneggiando la crescita di una minore - ha raccontato al giornale -, e in ogni caso non c’è il mio consenso».

 

 

PICCOLE STAR - Spiega ancora l’uomo, tramite il suo avvocato, che è successo pure di vedersi fermare mentre era in vacanza proprio con la figlioletta in Calabria - in effetti, era la bambina la persona riconosciuta - da un follower della mamma. E un episodio simile sarebbe avvenuto anche in seguito. Per questo si è rivolto al tribunale, in modo che la Pasti smettesse di pubblicare le immagini della piccola senza il suo consenso. Il giudice gli ha dato ragione. «Non voglio commentare questa vicenda, che affronterò nelle sedi opportune - dichiara la stessa Pasti -. Sicuramente non intendo passare come una mamma che non fa il bene di sua figlia».

Di certo, il cosiddetto “sharenting” - inglesismo che unisce i termini “share”, che vuol dire “condividere”, e “parenting”, che si può tradurre con “genitorialità” - resta un tema delicato e dibattuto. È del dicembre 2017 la prima sentenza italiana sull’argomento, che ha intimato a una madre per l’appunto di togliere dalla rete tutte le immagini del figlio di 16enne.

Peraltro, è stata recentemente depositata alla Camera dei deputati la richiesta di approvare un provvedimento che possa tutelare il diritto all’immagine dei minori.

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