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Sondaggio-Ghisleri, i "sì" al referendum superano i "no": sinistra ko

lunedì 10 novembre 2025
Sondaggio-Ghisleri, i "sì" al referendum superano i "no": sinistra ko

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Buone notizie per il governo arrivano dal sondaggio di Alessandra Ghisleri. L'ultima rilevazione condotta da Only Numbers parla chiaro: il fronte del "Sì" supera ampiamente quello del "No". Oggetto? La riforma della giustizia e il rispettivo referendum. Stando ai numeri diffusi sulle colonne de La Stampa, i "sì" sarebbero il 38,9 per cento a fronte del "no" (il 28,9). Insomma, una differenza di dieci punti percentuali

"Se ci si concede un semplice esercizio aritmetico, limitando l’analisi ai soli voti validi in un’ipotetica proiezione elettorale, il divario apparirebbe ancora più marcato: 57,0 per cento contro 43,0", scrive la sondaggista. L'unica incognita resta quella dell’astensionismo. Il 78.8 per cento degli elettori dei partiti di maggioranza si dice pronto a confermare la riforma, mentre tra le opposizioni il 60,8 voterebbe per il "No". Eppure, il 17,7 degli elettori di opposizione sostiene la proposta del governo. 

In ogni caso il 48,0 per cento dei cittadini intervistati afferma di sentirsi informato sui contenuti della riforma, mentre il 52,0 ammette di non conoscerne i dettagli. "È un elemento rilevante, perché lascia intendere che la battaglia referendaria si giocherà più sulle narrazioni che sui contenuti. Il dibattito pubblico rischia quindi di polarizzarsi su slogan contrapposti – 'una giustizia più giusta' da un lato, 'un attacco all’indipendenza dei magistrati' dall’altro – più che su una reale comprensione della portata istituzionale della riforma", è il ragionamento della Ghisleri. 

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Qualsiasi sarà l'esito del referendum, per circa un italiano su due (48,7 per cento) Giorgia Meloni non dovrebbe dimettersi in caso di bocciatura del referendum. Una posizione condivisa dall’86,9 per cento degli elettori dei partiti di maggioranza. Al contrario, il 62,3 degli elettori delle opposizioni ritiene che, in caso di vittoria del fronte del "No", il premier dovrebbe cedere la presidenza.