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Salvini e Open Arms, finalmente la farsa è finita

Il vicepremier esulta: "È la conferma che difendere i confini non è reato". La sua difesa rincara la dose: il ricorso era completamente fuori luogo. Meloni, alla notizia, chiede l’applauso del Senato e scrive: "Forza Matteo"
di Fabio Rubinigiovedì 18 dicembre 2025
Salvini e Open Arms, finalmente la farsa è finita

3' di lettura

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso presentato dalla Procura di Palermo a seguito dell’assoluzione di Matteo Salvini nel processo Open Arms. La massima autorità giudiziaria ha così chiuso de-fi-ni-ti-va-men-te un procedimento che si è trascinato per cinque lunghi anni. Con buona pace di Richard Gere, Oscar Camps (il capo della ong Open Arms) e di tutti i compagniucci italiani e non che già assaporavano l’immagine di Salvini dietro le sbarre. Nulla di tutto questo accadrà.

Anzi, la Cassazione ha stabilito una volta per tutte che le accuse di «sequestro di persona» mosse contro l’allora ministro dell’Interno erano campate per aria. Game over.
Il primo laconico commento all’assoluzione è stato proprio quello di Matteo Salvini che sui social scrive: «Cinque anni di processo: difendere i confini non è reato». A scendere nei dettagli dell’assoluzione è invece Giulia Bongiorno, che ha curato la difesa del leader della Lega: «Con il termine “soddisfazione” si esprime meno di quello che sento in questo momento. Si tratta di un processo che non doveva nemmeno iniziare - incalza l’avvocato- e questa assoluzione di carattere definitivo evidenzia quello che ho sostenuto in arringa: era totalmente fuori dal mondo il ricorso della procura». Bongiorno ha sottolineato anche un altro aspetto della sentenza: «Quello che qui ci interessa è soprattutto la correttezza dell’operato di Salvini. Ho sempre detto che era un caso particolare. Tutto questo è soltanto la conferma del fatto che è partito un processo che non doveva nemmeno nascere, come ha confermato nelle sue conclusioni la procura generale».

Appresa la buona notizia, il premier Giorgia Meloni, presente in Senato per la discussione sulla Manovra, ha chiesto all’aula un applauso per l’assoluzione di Salvini. Poi ha affidato ai social il suo commento: «La definitiva assoluzione di Matteo Salvini nel caso Open Arms è una buona notizia e conferma un principio semplice e fondamentale: un ministro che difende i confini dell’Italia non commette un reato, ma svolge il proprio dovere. Forza Matteo». Soddisfatti anche gli altri leader di maggioranza. L’altro vicepremier, Antonio Tajani si è detto «certo che Matteo Salvini sarebbe stato assolto in via definitiva. Ha agito nell’interesse dell’Italia, giustizia è fatta. Ora proseguiamo nella nostra azione di governo, uniti e compatti, fino al termine della legislatura». Mentre Maurizio Lupi (Noi Moderati) spiega che «la sua assoluzione è una buona notizia non solo per il leader leghista, ma per le istituzioni e per la salvaguardia del principio dell’equilibrio tra poteri dello Stato».

La festa, però, è tutta nel campo della Lega. E non poteva essere altrimenti. Per i due capigruppo di Camera e Senato, Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo: «Finalmente ora è chiaro a tutti che difendere i confini non è reato- scrivono in una nota -. Ancora una volta l’accanimento giudiziario di una certa magistratura si è chiuso con un nulla di fatto. Anni di gogna terminano oggi con il trionfo della verità». Il presidente della Camera, Lorenzo Fontana manda «un grande abbraccio» a Salvini e si dice «felice per la tua assoluzione». Il vice presidente del Senato, Gian Marco Centinaio è sicuro di una cosa: «Matteo Salvini esce a testa alta da un processo senza senso. Sul banco d’accusa non c’era un ministro, ma una linea politica: il diritto a difendere i confini del nostro Paese. Noi rivendichiamo quel diritto e continueremo a farlo in qualsiasi aula di tribunale, in Parlamento e in Europa». Il ministro dell’Istruzione e Merito Giuseppe Valditara parla di «bella notizia anche per l’Italia» e il ministro per le disabilità Alessandra Locatelli scrive sui social: «Ora avanti con ancora più determinazione, per un’Italia più sicura». E dalla Lombardia il governatore Attilio Fontana dice: «Era la notizia che aspettavamo. Difendere i confini dall’immigrazione irregolare è un dovere e un chiaro mandato degli italiani».