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Trattare con la mafia fu un male necessario

Giampiero Mughini

E chi lo nega - come Il Fatto, Di Pietro e alcuni pm - è un talebano: rifiutano l'ipotesi nel nome di un "Bene assoluto" che non esiste

Andrea Tempestini
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"Da cittadino italiano (e per giunta nato in Sicilia) figuriamoci se non vorrei che fosse fatta luce sulle tante tragedie che attengono alla recente storia siciliana, a cominciare dagli agguati mortali ai magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Sì o no il massacro di quest'ultimo e della sua scorta trova la sua spiegazione nel fatto che Borsellino era contrarissimo a ogni ipotesi di contatto (o «trattativa» che dir si voglia) tra lo Stato e i vertici della cupola mafiosa, trattativa che tendeva a rendere meno cruento l'attacco portato da quel branco di assassini agli uomini e alle istituzioni della Sicilia?", si interroga Giampiero Mughini su Libero in edicola oggi. Il punto è che trattare con la mafia fu un male terribile, ma necessario: "Chi lo nega è talebano". Il Fatto, Di Pietro e alcuni pm rifiutano questa tesi in nome di un "Bene assoluto" che, nei fatti, non esiste. Leggi il commento di Giampiero Mughini su Libero in edicola oggi, giovedì 5 luglio

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