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Il capitano "Ultimo", l'uomo che non si può intervistare

Lui vuole parlare, ma è impossibile avvicinare Sergio De Caprio, l'eroico capitano dei Carabinieri

Andrea Tempestini
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Dovete sapere che in Italia è impossibile intervistare un uomo: si chiama Sergio De Caprio ma è conosciuto come Ultimo, l'eroico capitano dei Carabinieri che arrestò Totò Riina grazie a un formidabile talento investigativo. La sua storia, oltretutto, la conoscono i milioni di spettatori che hanno visto le fiction a lui dedicate: ma non si può intervistarlo. La sua storia è stata persino processata dal solito Antonio Ingroia che l'accusò di favoreggiamento per la ritardata perquisizione del covo di Riina: fu assolto con formula piena assieme al generale Mario Mori, ma non si può intervistarlo. Voi provateci: per le necessarie autorizzazioni, il colonnello Pierangelo Iannotti ti rimbalza al colonnello Ubaldo Del Monaco, del Comando generale, il quale ti rimbalza al generale Gianfranco Cavallo e poi si ricomincia. Il tutto per via ridicolmente telefonica («basta la mia parola», anche se non basta un accidente) e con motivazioni confuse («questioni di sicurezza», «manca il pretesto dell'attualità») salvo ottenere, dopo giorni di richieste, un diniego finalmente scritto in mezza riga di mail: «Come preannunciatole nelle v.b. dal Signor Generale Cavallo e dallo scrivente, non è possibile aderire alla sua richiesta. Col. Del Monaco». Intanto Sergio De Caprio, in arte Ultimo, vive sotto scorta ma non si può intervistarlo, benché lui voglia e non veda l'ora. Ma lui obbedisce. Tacendo. di Filippo Facci

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