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L'Unità vuol mettere Ingroiaa risolvere il caso Ilva

Il procuratore aggiunto, ora in Guatemala, commenta la decisione del gip di chiudere l'acciarieria e accusa il deficit della politica

Lucia Esposito
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Il quotidiano L'Unità affida al procuratore Antonio Ingroia (Ora in Guatemala per contro dell'Onu) un commento sulla questione dell'Ilva e sul conseguente conflitto di interessi che si è venuto a creare tra politica e magistratura. "Nel caso in questione, come a volte accade, sono venuti in conflitto interessi e bene giuridici eternogenei ma tutti meritevoli di tutela". Ingroia sostiene che la politica avrebbe dovuto agire, "non secondo la logica del confitto, ma secondo criteri di prevenzione. Prevenire per non punire. Intervenire per contrastare mafia e corruzione con progetti coragiosi di risanamento della società in tutte le sue articolazioni mondo politico compreso, cooperando con la magistratura impegnata in difficili indagini per accertare la verità anche sulle vicende più scabrose della nostra storia". Invece, conclude Ingroia, a parte qualche timido sforzo "prevale l'accettazione dello status quo, delegando la magistratura a fronteggiare eventuali emergenze. Ma appena la magistratura interviene con inevitabile mano pesante del diritto penale, la reazione della politica si rivolge contro la magistratura, rea di invasione di campo". Insomma, evidenzia Ingroia, la politica cerca di "autoassolversi agli occhi dei propri cittadini elevando un conflitto dietro l'altro contro il potere giudiziario", secondo lui a generare conflitti è il deficit della politica. 

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