Cerca
Logo
Cerca
+

Governo, sotto le tasse nienteTutte le balle di Passera&Co

Vota chi l'ha sparata più grossa

Eliana Giusto
  • a
  • a
  • a

A dieci mesi dall'insediamento del governo Monti delle grandi riforme e riivoluzioni annunciate non restano che l'Imu, la benzina alle stelle e l'aumento dell'Iva. Dal Salva Italia alla semificazione al piano famiglia, i tecnici hanno collezionato tanti fallimenti e pochi risultati. Vediamoli nel dettaglio. Liberalizzazioni e Mezzogiorno - Fabrizio Barca, ministro per la Coesione territoriale, il "nuovo Prodi", aveva promesso che sulle liberalizzazioni di farmaci e taxi non si sarebbe mai arreso ma al momento è tutto fermo. Per il rilancio del Sud poi aveva declamato il metodo Monti e solo due giorni fa annuncia: "Riprogrammare tre milirdi di fondi europei". Ovvero quelli che già ci sono.  La tassa sulle bevande caloriche, il fumo e le slot machine - Non va meglio al ministro della Salute Renato Balduzzi. Il divieto ai tabaccai di vendere sigarette ai minori senza chiedere un documento di identità slitta al 2013. La tassa sulle bevande zuccherate e sui superalcolici che avrebbe limitato il consumo di prodotti dannosi e portare nelle casse delle Stato 250 milioni di euro è scomparsa. I limiti di distanza delle slot machine da scuole e ospedalo è sceso da 500 a 200 metri. Piano famiglia e immigrati - Il ministro per la Cooperazione e l'integrazione Andrea Riccardi ha portato all'approvazione un solo provvedimento: quello che riguarda i non-italiani, cioè gli immigrati: saranno regolarizzati quelli venuti in Italia nel 2011. Il piano famiglia invece è solo sulla carta. Approvato, nessuno ne ha ancora visto gli effetti. I soldi, peraltro, erano stati messi da parte da Tremonti e la traccia era firmata Giovanardi. Il caso dei Marò - Il ministro degli Esteri Giulio Terzi si è fatto conoscere per la gestione della vicenda dei marò arrestati in India. I due militari sono ancora in prigione e quanto di utile è stato fatto per loro si deve al sottosegretario Staffan De Mistura. Assenteismo - Il ministro per i Beni culturali Lorenzo Ornaghi latita da 10 mesi. Ce ne ha messi otto per scegliersi il capo di gabinetto. Per il resto non si è mai presentato al consiglio dei ministri durante la spending review. Salvo poi indignarsi per il taglio di 50 milioni di euro alla cultura.  La scuola - Il ministro dell'Istruzione Francesco Profumo ha fatto solo grandi proclami sulla scuola. Il concorso che ha annunciato, infatti, è per i docenti già abilitati che sono circa 230mila. La maggior parte dei quali è già nella graduatoria ad esaurimento. Il concorso ci costerà 150 milioni di euro. 

Dai blog