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Nuovo rinvio del processo ai MaròLatorre e Girone ancora sequestrati in India

Il giudice di Kollam aspetta la sentenza della Corte Suprema di New Delhi sul fondo della questione

Nicoletta Orlandi Posti
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  I marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, prigionieri in India da febbraio, dovranno aspettare fino all'8 novembre per sapere quale sarà la loro sorte. Il processo di primo grado che li vede imputati a Kollam, in Kerala, è stato rinviato nuovamente. La motivazione del giudice P.D. Rajan è stata quella dell'imminenza di una sentenza della Corte Suprema di New Delhi sul fondo della questione. E così il dibattimento a Kollam non può cominciare.  "Allibiti e sconcertati", ha commentato il ministro degli Esteri Giulio Terzi che non si spiega che uno "Stato di diritto come l'India non riesca a esprimere con coraggio un giudizio in tempi rapidi che riporti a casa i nostri marò". L'Italia, ha ribadito durante un'audizione alla Camera, "attende con fiducia la sentenza, ma anche con preoccupazione per i tempi". Le posizioni dell'Italia, ha concluso il ministro, "sono cristalline e limpide sul piano del diritto e della sovranità in alto mare". Nel caso la sentenza della Corte Suprema indiana sulla giurisdizione del caso dovesse essere negativa "ci riserviamo tutta una serie di azioni a livello internazionale, perchè a quel punto si aprirebbe tecnicamente, anche sul piano legale, una controversia tra Stati. Ma non voglio neanche immaginare che questo debba avvenire". "Se c'è cognizione - ha sottolineato Terzi - nel sistema giuridico indiano di quelli che sono i valori fondamentali, e noi riteniamo ci sia, la sentenza deve andare in una sola direzione, quella a noi favorevole. Le nostre azioni, sul piano del diritto, sono state cristalline e limpide". Da parte sua il ministro della Difesa Giampaolo Di Paola ha detto che i due fucilieri arrestati in India vengono seguiti tutti i giorni: 'Dal 15 febbraio, c'è una presenza costante di un team formato da 5-6 persone. Siamo fiduciosi nella Corte suprema indiana, che hai i suoi tempi, ma non è che in altri Paesi la giustizia sia piu' veloce''.   

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