Eliminare le monete da 1 e 2 centesimi ci farebbe risparmiare 21 milioni di euro l'anno
Eliminare le monete da 1 e 2 centesimi porterebbe a un risparmio complessivo di 21 milioni di euro l'anno, perché il loro costo di produzione è superiore al loro valore effettivo. Produrre una moneta da 1 centesimo costa infatti 4,5 centesimi, mentre quella da 2 ne costa 5,7. La sospensione della loro creazione, quindi, porterebbe a un piccolo ma significativo risparmio alla nostra economia, come afferma il deputato di Sel Sergio Boccadutri, che ha presentato una mozione alla Camera che espone questa teoria. La proposta - Secondo Boccadutri il problema dei ramini non riguarda però solo il costo di produzione, ma anche la loro scarsa circolazione sul mercato: "Il 70% - spiega il deputato a l'Espresso - si perde ogni anno, costringendo la zecca a continue nuove produzioni". La proposta di legge ha ottenuto un grande successo ed è stata firmata da esponenti di diverse forze politiche, tra cui il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi (prima di ottenere l'incarico al governo), il lettiano Francesco Sanna e Tommaso Currò, Paola Pinna e Marta Grande, tutti e tre esponenti del Movimento 5 Stelle. Pro e contro - In attesa dell'approvazione della proposta ci si chiede quali saranno le conseguenze dell'abolizione delle due monete. I ramini non verranno tolti dal commercio e potranno essere usati anche dopo lo stop della produzione: "Sospenderemmo solo il conio delle monete - spiega Boccadutri - non il loro valore legale". E i prezzi? "si applicherebbe l'arrotondamento, verso lo zero inferiore se il prezzo finiva con uno e due centesimi - continua il deputato - verso i cinque centesimi se finiva con tre, quattro, sei o sette centesimi, e allo zero superiore se finiva con 8 o 9 centesimi".