Costa Concordia a Genova, il "capitano" Nick Sloane: "Scogli e tempeste, al Giglio ho temuto che si capovolgesse"
Per la Costa Concordia domenica è stato il giorno del sospiro di sollievo. La nave del disastro del Giglio ha attraccato al porto di Genova, sotto gli occhi del premier Matteo Renzi, dopo giorni di navigazione col fiato sospeso. Una piccola impresa di ingegneria nautica targata Italia, con un colosso trainato per 190 miglia di mare dalla Toscana alla Liguria con più di un rischio per l'ambiente e l'incolumità degli stessi operatori. "Adesso posso dirlo, al Giglio ho temuto che si capovolgesse", è la confessione a Repubblica di Nick Sloane, il 52enne sudafricano che ha coordinato tutta l'imponente operazione. Le sfide, commenta, erano due: "C'era lo squarcio dentro la nave, molto grande, la prima sfida è stata trovare l'esatta posizione per la piattaforma che avrebbe dovuto mettere Concordia nella giusta posizione. E poi nessuno era contento, il morale era molto basso. Ho dovuto trovare immediatamente una soluzione". Dopo un brainstorming di due mesi con esperti internazionali, Sloane ha dovuto affrontare la seconda prova: "Per posizionare i galleggianti abbiamo creato una specie di guscio, che lasciava la prua della nave libera, ma gli scogli erano lì a pochissima distanza e tutti pensavano non fosse possibile farcela. E poi, l'inverno scorso, ero preoccupato per i temporali, temevo che la nave si girasse, sarebbe stato un grosso guaio".