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Chi lavora nel negozio del fratello nel giorno di malattia è licenziabile

Andrea Tempestini
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Chi lavora (svolgendo un altro impiego) durante la malattia è licenziabile. Anche se il lavoro è svolto in famiglia. Nel dettaglio, lo svolgimento di attività lavorativa presso soggetti diversi dal proprio datore di lavoro, durante il periodo di malattia, legittima il licenziamento per giusta causa del dipendente, anche se i terzi sono familiari del dipendente stesso. E ancora: l'eventuale compatibilità dell'attività svolta deve essere provata dal lavoratore, anche nel caso in cui la patologia denunciata sia una depressione. E' quanto stabilisce la Corte di Cassazione con la sentenza 7 ottobre 2014, riportata da Il Sole 24 Ore. "Semplici prestazioni gratuite" - Un caso curioso, che si è concluso con il rigetto da parte della Corte del impugnativa proposta dal lavoratore, licenziato dopo essere stato scoperto a lavorare presso il negozio di un familiare durante il periodo di malattia. Dopo aver perso nei primi due gradi, il lavoratore si è rivolto in Cassazione, lamentando il fatto di aver svolto alcune "semplici prestazioni gratuite" in favore di familiari che non potevano essere considerate come attività lavorativa, nel dettaglio "la riparazione di un piccolo elettrodomestico, e null'altro". Una ricostruzione, che però, è stata respinta dalla Cassazione. La doppia malattia - Le toghe, infatti, hanno accertato che il lavoratore, denunciando una doppia malattia (una depressione e una cervicobrachialgia da ernia discale), si era assentato dal lavoro per un certo periodo, e che durante il medesimo periodo aveva lavorato "in maniera sistematica" presso il negozio di casalinghi del fratello, dove le sue mansioni non erano state occasionali. L'uomo, dunque, non può ottenere il reintegro dalla società che lo aveva licenziato dopo aver scoperto il suo lavoro in malattia.

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