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Assolta dopo sei mesi di carcere: Cassazione annulla il risarcimento

Matteo Legnani
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La Corte di Cassazione ha annullato il  risarcimento di 80mila euro per "ingiusta detenzione" che era stato deciso dalla corte d'appello di Torino per Elena Romani, madre di Matilda, uccisa a due anni nel 2005 a Roasio, nel vercellese. La donna, prima accusata dell'omicidio e poi assolata in via definitiva, aveva chiesto che le  venissero riconosciuti i danni per i sei mesi passati in carcere (oltre a 118 giorni ai domiciliari). La Cassazione ha accolto il ricorso presentato dal pg di Torino Vittorio Corsi e ora la questione tornerà alla corte d'appello del capoluogo piemontese per essere riesaminata. Secondo la Cassazione ci sarebbe stato un «mancato esercizio di una facoltà difensiva da parte dell'interessato perché invece di rispondere agli inquirenti per chiarire alcune intercettazioni la madre di Matilda in fase di interrogatorio si era avvalsa della facoltà di non rispondere. Rifiuto che avrebbe portato ad avvalorare i sospetti alla base della detenzione. L'omicidio della bambina resta  senza colpevole dopo che in nuovo procedimento il gup di Vercelli  aveva disposto il non luogo a procedere per l'ex compagno della donna, Andrea Cangialosi.

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