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Don Luigi Negri e la crisi economica: "E' tutta colpa dell'aborto"

Giorgia Epicoco
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"La crisi economica? E' colpa dell'aborto". Questa è la dichiarazione del vescovo di Ferrara, Don Luigi Negri riguardo la legge sull'omofobia e sull'aborto. Le parole del prelato vicino a Cl sono state chiare: "La legge contro l'omofobia è un delitto contro Dio e contro l'umanità. La legge sull'aborto invece non ha consentito di venire al mondo ad oltre sei milioni di italiani e la scarsità di figli ci ha fatto sprofondare in questa crisi economica". Queste parole hanno subito fatto scalpore, soprattutto tra i Giovani democratici, che hanno risposto con una lunga lettera pubblicata dalla Nuova Ferrara. Siete d'accordo con Don Negri? Sondaggio La lettera - "Pensavamo, inoltre, che il dibattito sul diritto d'aborto in uno Stato laico fosse ormai concluso. Purtroppo ci rendiamo conto non essere così.Tornare su questo tema, sostenendo tesi senza alcun fondamento, affermando che l'aborto sia responsabile della crisi che stiamo vivendo, lo riteniamo intellettualmente molto disonesto, così come lo è il cercare consensi in materia utilizzando un "nervo scoperto" rappresentato dalle difficoltà economiche in cui vertono le famiglie italiane.Togliendo la possibilità a donne in difficoltà, che si trovano davanti ad una scelta difficile e dolorosa, di poter ricorrere all'interruzione di gravidanza regolamentata per legge si favorirebbe la pericolosa e dannosa pratica, per la società e per l'individuo, dell'aborto clandestino.Significherebbe togliere alla donne quella dignità che con tanta difficoltà hanno conquistato.Se davanti a Dio, per l'arcivescovo, fatichiamo ancora ad essere tutti uguali, davanti alla legge, nello Stato italiano, vogliamo essere certi che l'uguaglianza venga garantita. Ecco perché torniamo, come nel passato, a sollecitare il Governo affinché si legiferi in materia di unioni civili e matrimoni omosessuali." Contro Negri anche Sel - "Comprendo - ha detto il consigliere comunale Gianluca Fiorentini - che il Vescovo di Ferrara debba coltivarsi il proprio orticello nell'ultradestra cattolica, continuando a contrapporre, in una rinnovata crociata, la sua visione assolutistica a quello Stato laico nato dal Risorgimento e dalla Resistenza. Faccio un po' più fatica a capire come tutto questo possa aiutare la comunità cattolica ferrarese".

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