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Kyenge bloccata all'interno del CaraI migranti: "Deve vedere come viviamo"

Cecile Kyenge

Il ministro era in visita al centro rifugiati di Crotone quando è iniziata la protesta

Nicoletta Orlandi Posti
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Erano in trenta e non avevano nessuna intenzione di far uscire l'auto che trasporta Cecile Kyenge dal Cara (Centro di accoglienza per i richiedenti asilo) di Crotone. Gli stessi migranti che ieri hanno bloccato la statale 106 calabrese oggi si sono messi davanti al cancello della struttura e non volevano andarsene finché il ministro per l'Integrazione non avesse visita tutto il centro per constatare le loro condizioni di vita. Un paradosso per il ministro dell'Integrazione che ha da sempre difende i diritti dei migranti e che più volte ha sollevato polemiche grazie alle sue numerose "aperture" sul tema dell'immigrazione.  Il blocco è stato tolto solo quando il ministro ha concesso ad alcuni migranti di parlare con lei. Dopo il colloquio Cecile Kyenge, che aveva già visitato la struttura riservata a donne e bambini, si è diretta nelle altre zone della struttura. La protesta è solo l'ultima delle numerose azioni messe in atto in varie strutture d'Italia per denunciarne l'invivibilità. Dopo la chiusura del Cie di Isola Capo Rizzuto, nel crotonese, avvenuta giorni fa dopo una rivolta scoppiata in seguito alla morte di un cittadino marocchino, ieri è stato il Cie di Gradisca ad essere protagonista, con l'evasione di sei immigrati. Altri 200, invece, sono fuggiti da una struttura nell'agrigentino, subito dopo essere sbarcati da unità della guardia costiera e della guardia di finanza che li avevano soccorsi a sud di Porto Empedocle. Il ministro, in Calabria da lunedì scorso, è giunta stamani al Centro di accoglienza richiedenti asilo di Isola Capo Rizzuto, nel crotonese, accompagnata dal prefetto di Crotone Maria Tirone, e ha visitato alcune strutture del centro e dell'attiguo Cie ora chiuso. Il Cara di Isola è il più grande d'Europa con i suoi 1.450: è occupato attualmente da circa 1.800 persone pur avendo una capienza di 1.450 posti. E intanto proseguono a ritmo incessante gli sbarchi di nuovi migranti in fuga dalle guerre e dalla fame dei loro Paesi di origine. Anche ieri, almeno in 600 sono giunti sulle coste siciliane provenienti dai Paesi del nord Africa.

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